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19 Febbraio 2019 – nota economica giornaliera

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REGNO UNITO – Ieri il Presidente della Commissione Europea Junker si è detto favorevole a un’estensione di qualche mese della scadenza del 29 marzo per la Brexit, ma non oltre la data delle elezioni europee. Nel frattempo, oltre manica, “si lavora” per presentare un nuovo accordo entro il 27 febbraio prossimo sui punti più controversi. Il leader laburista Corbin dovrebbe tenere oggi un discorso (per poi discuterne anche con Barnier) in cui proporrà la soluzione di mantenere il Regno Unito nell’unione doganale al fine di risolvere il problema del backstop.

STATI UNITI
– Le tensioni politiche continuano ad aumentare. Sedici Stati hanno citato in un tribunale federale l’amministrazione riguardo alla dichiarazione di emergenza nazionale del Presidente. L’apertura di una causa federale potrebbe portare a un bloccare di qualsiasi atto del presidente collegato all’emergenza in attesa che il tribunale arrivi a una sentenza definitiva. Il Dipartimento di Giustizia dovrebbe indicare che i tribunali devono sottostare al parere del presidente riguardo a una questione considerata di sicurezza nazionale. Nel frattempo, Trump ha fatto sapere che se il Congresso voterà a favore di una revoca della sua dichiarazione, metterà il veto.

– Sul fronte del commercio, questa settimana le trattative con la Cina riprendono a Washington, mentre si avvicina la fine del periodo di blocco dei dazi. Il presidente probabilmente spingerà per avere qualche risultato entro la scadenza della tregua, al 1° marzo, per contenere le tensioni sui dazi cinesi, mentre si prepara ad aprire il capitolo relativo al settore auto.
Il 17 febbraio il Commerce Department ha consegnato il rapporto sulle possibili minacce alla sicurezza nazionale collegate alle importazioni di auto. L’amministrazione ha 90 giorni di tempo per decidere se intervenire e con quali misure (quindi entro metà maggio). Intanto, anche il capitolo NAFTA resta aperto, dato che il Congresso non ha ancora approvato la nuova versione del trattato negoziata a fine 2018.

GIAPPONEKuroda (BoJ), in un’audizione parlamentare, ha detto che, in caso di ulteriore rafforzamento dello yen con effetti su crescita e inflazione, la banca centrale dovrebbe prendere in considerazione ulteriori misure di stimolo, fra cui riduzioni dei rendimenti e/o aumenti degli acquisti di titoli.

 

I mercati valutari stanno attraversando una fase di volatilità assai ridotta e vicina ai minimi del 2014. I principali cross sono rimasti pressoché invariati con l’indice del dollaro stabile sul livello di chiusura di venerdì.

L’euro è rimasto anch’esso poco mosso appena sopra 1,1300: oggi, l’uscita dell’indice ZEW, atteso in calo, potrebbe indebolire la moneta unica ma non pensiamo che l’impatto sarà durevole.

La sterlina è rimasta ferma sia contro dollaro sia contro euro, dopo che è circolata la possibilità di un’estensione di qualche mese della scadenza del 29 marzo per la Brexit.

Lo yen si è indebolito dello 0,2% dopo le parole di Kuroda (Bank of Japan), in un’audizione parlamentare, in relazione a una riduzioni dei rendimenti e/o aumenti degli acquisti di titoli.

 

MARKET MOVERs:

GERMANIA – L’indice ZEW potrebbe aver recuperato quota a febbraio risalendo il miglioramento del mercato azionario. L’indice sulla situazione corrente è visto stabile dopo quattro mesi di cali consecutivi. L’indagine ZEW è su livelli coerenti con una crescita fiacca dell’economia tedesca a inizio 2019.

Negli Stati Uniti nessun dato in agenda, oggi.