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18 Aprile 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda stima dell’inflazione di marzo ha confermato il tendenziale annuo all’1% secondo l’indice nazionale e all’1,1% in base all’armonizzato (stabile rispetto a febbraio), per una salita dei prezzi di tre decimi sul NIC e di 2,3% m/m sull’IPCA.
La seconda lettura conferma che il maggior contributo al rialzo dei prezzi è dovuto ai trasporti (+1,3% m/m), per via soprattutto dei rincari dei carburanti; meno accentuato di quanto stimato in precedenza (+0,7% m/m) il rimbalzo nelle comunicazioni; più marcato rispetto alla prima lettura il ribasso dei listini alimentari (-0,6% m/m). L’inflazione di fondo è stata rivista al ribasso di un decimo a 0,4% a/a (invariata rispetto al mese precedente). In prospettiva, ad aprile una spinta al ribasso sui prezzi verrà dal significativo calo delle tariffe di gas e luce; pensiamo che l’inflazione possa toccare un punto di minimo a 0,5-0,6% ad agosto, prima di rimbalzare nei mesi successivi, tornando di poco superiore all’1% a fine anno. Ma bisognerà aspettare il 2020 per vedere un indice stabilmente sopra l’1%.

ITALIA – La produzione nelle costruzioni è salita per il quarto mese consecutivo a febbraio, accelerando sensibilmente a +3,4% (da +1,3% m/m precedente).
La variazione annua si è impennata a +7,8% (da -0,3% precedente), ai massimi da oltre un anno.
L’output è in rotta per un balzo di +4,3% t/t nel 1° trimestre (dopo il calo di -0,3% t/t visto a fine 2018): sarebbe un record da 11 anni.
I dati degli ultimi mesi sono stati favoriti dalle condizioni atmosferiche (basse precipitazioni), è pertanto probabile una correzione a marzo e aprile. In ogni caso le costruzioni, come l’industria in senso stretto, dovrebbero essere tornate a contribuire significativamente alla crescita del valore aggiunto a inizio 2019: il dato segnala rischi verso l’alto sulla nostra stima di un PIL in crescita di +0,1% t/t a inizio anno.

ITALIA – I dati di febbraio sul commercio estero hanno evidenziato una correzione per le esportazioni (-1,1% dopo il +2,6% m/m di gennaio) a fronte di importazioni stabili (dopo il -4% m/m precedente).
Di conseguenza, il saldo in termini destagionalizzati è peggiorato a 4 mld (dai 4,5 mld di gennaio). Nel mese, la flessione dell’export è dovuta ai Paesi extra-UE e ai beni di consumo durevoli e intermedi. Entrambi i flussi accelerano lievemente rispetto a un anno prima (export +3,4%, import +3,3%).
La crescita tendenziale delle vendite all’estero è spinta da mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi a +20,1%, grazie alla cantieristica navale), alimentari, pelletteria, farmaceutica e abbigliamento; restano in rosso gli autoveicoli (-5,4%).
In progresso del 20% le consegne verso Stati Uniti, Giappone e Regno Unito (in questo caso, potrebbe trattarsi di anticipi in vista della Brexit: farmaceutici +50,9%, autoveicoli e alimentari +21,7% a/a), che quindi saranno seguiti da un calo compensativo in marzo o aprile.
Restano in rosso le vendite verso Turchia (-28,9%), Paesi OPEC (-7,8%) e Polonia (-10,5%, si tratta di grandi commesse di mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli).
In sintesi, i dati sul commercio estero sono risultati altalenanti a inizio 2019, e non mostrano ancora una chiara inversione di tendenza in senso positivo.

STATI UNITI
– La bilancia commerciale a febbraio registra un deficit di -49,4 mld di dollari (da -51,1 mld), segnando una riduzione inattesa e sorprendendo le aspettative di consenso per un moderato allargamento. Il deficit al netto del petrolio cala -48,2 mld, al di sotto del livello di novembre (-49,8 mld).
I dati sono incoraggianti per i trend del commercio internazionale, con le esportazioni ex-petrolio in rialzo di 1,1% m/m e le importazioni ex-petrolio in aumento di 0,2% m/m.
Le esportazioni di beni sono in forte crescita (+1,5% m/m, dopo +1,4% m/m di gennaio), con l’eccezione dei prodotti agricoli e delle materie prime industriali. Nei servizi, l’export cresce di 0,3% m/m.
Le importazioni di beni aumentano di 0,4% m/m, con una variazione di 0,1% m/m al netto del petrolio.
In termini reali, per i beni le esportazioni aumentano di 0,6% m/m mentre le importazioni correggono di -0,4% m/m. La chiusura del deficit reale nei primi due mesi dell’anno punta a un contributo solido del canale estero alla crescita complessiva del 1° trimestre (circa +0,5 pp) e determina una revisione al rialzo delle previsioni per il PIL.
– Il Beige Book compilato per la riunione del FOMC di inizio maggio riporta crescita dell’attività a ritmi compresi fra lievi e moderati fra marzo e l’inizio di aprile. La maggior parte dei distretti riporta ritmi invariati rispetto al rapporto precedente, mentre in alcune aree si registra rafforzamento; le prospettive future sono di espansione a tassi in linea con quelli attuali. Fra i diversi settori, quello dei consumi e dei prestiti danno segnali misti, il manifatturiero è in espansione, pur riportando preoccupazione per lo scenario della politica commerciale, le vendite di case sono in rialzo. Sul mercato del lavoro, l’occupazione continua ad espandersi, soprattutto per le posizioni qualificate, ma la crescita resta vincolata da carenza di offerta. Nonostante gli aumenti dei salari e di altri incentivi, le imprese riportano vincoli alla crescita dovuti alla scarsità di manodopera.
I prezzi restano in crescita moderata, e la capacità delle imprese di trasferire aumenti di costi sui prezzi finali varia fra settori. Il quadro descritto dal Beige Book non modifica la previsione di prosecuzione della ripresa su ritmi moderati, in rallentamento rispetto al 2018 ma sempre positivi, ed è in linea con l’atteggiamento “paziente” della Fed.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – La Commissione ha pubblicato una lista di prodotti importati dagli USA che saranno assoggettati a dazi maggiorati, come rappresaglia per le analoghe misure annunciate dall’amministrazione americana 10 giorni fa. In entrambi i casi, la giustificazione formale è la conferma arrivata da WTO che i due paesi erogano sussidi alle rispettive industrie aeronautiche.
L’Unione Europea prenderà di mira circa $20 miliardi di importazioni, circa il 7% del totale annuo, come rappresaglia per i sussidi a Boeing, contro gli $11,5 miliardi oggetto delle misure statunitensi (2% dell’export UE verso gli US) come rappresaglia per i sussidi ad Airbus.
Pochi giorni fa, comunque, il Consiglio Europeo aveva conferito alla Commissione il mandato di negoziare un azzeramento dei dazi sull’interscambio di manufatti con gli Stati Uniti e agevolazioni sulle certificazioni di conformità.

STATI UNITI
– Secondo il WSJ, i negoziati USA-Cina proseguiranno nelle prossime settimane, con incontri in Cina nella settimana del 29 aprile e in USA in quella del 6 maggio, con una possibile cerimonia di firma di un nuovo trattato entro fine maggio. Ci sono ancora diversi punti da limare nelle trattative, fra cui l’eliminazione dei dazi imposti nel 2018, ma l’ufficio dell’US Trade Representative non dà indicazioni ufficiali. Secondo alcuni commentatori, il meccanismo di risoluzione delle controversie potrebbe segnare un precedente rilevante per i futuri accordi commerciali USA, in quanto lascerebbe la risoluzione in mano a una commissione dei due paesi e in caso di differenza di opinione sul rispetto degli impegni prevedrebbe un’imposizione unilaterale di penalità (ad esempio dazi).
Bullard (St Louis Fed) ha detto che, con il miglioramento della crescita nel 2° e nel 3° trimestre, l’inclinazione della curva dei rendimenti dovrebbe aumentare. Secondo Bullard, l’assenza di pressioni inflazionistiche in un contesto di tasso di disoccupazione al di sotto del 4% è un segnale di curva di Phillipsnon attiva”. Harker (Philadelphia Fed) ha detto che al momento non vede motivi per modificare i tassi dai livelli attuali.

 

Prosegue la fase di generalizzato movimento laterale di tutti i principali cross, con movimenti limitati e poco significativi. In un contesto di bassa volatilità, l’indice del dollaro è marginalmente calato dopo la diffusione del Beige Book, in vista del FOMC di inizio maggio, che riporta crescita dell’attività a ritmi compresi fra lievi e moderati.

L’euro si sta stabilizzando a 1,13 contro il biglietto verde ormai da alcuni giorni, perfettamente in linea alla media mobile a 20gg. I dati PMI di oggi per l’eurozona potrebbero essere di stimolo a un rafforzamento della moneta unica.

La sterlina si è mostrata poco reattiva, attestandosi a 1,30 contro dollaro mentre contro euro ha ceduto appena lo 0,15%. Oggi sono attese le vendite al dettaglio inglesi di marzo (viste in calo), ma il loro impatto potrebbe essere meno significativo del solito.

Lo yen rimane debole contro dollaro, anche se nella giornata di ieri c’è stato un leggero recupero di JPY, attestando il cross a 111,90. Il dato sulle vendite al dettaglio americane di oggi potrebbe innescare un nuovo tentativo di rottura della resistenza di 112,00.

 

MARKET MOVERs:

ITALIA – La fiducia di imprese e famiglie dovrebbe mostrare un recupero ad aprile. Nel manifatturiero, il morale delle aziende è visto rimbalzare dopo il calo a 100,8 fatto segnare a marzo.
È possibile anche un ulteriore recupero nei servizi, coerente con le indicazioni dalla survey PMI, mentre ci aspettiamo una correzione nelle costruzioni dove l’indagine aveva toccato a marzo un massimo degli ultimi 12 anni.
Nel complesso, l’indice composito Istat potrebbe salire per il secondo mese. La fiducia dei consumatori, dopo il calo di marzo, potrebbe recuperare ad aprile (da 111,2 precedente).

AREA EURO – La stima flash del PMI composito per il mese di aprile fornirà indicazioni sullo stato di salute dell’economia dell’eurozona nel 2° trimestre.
Le indicazioni per i primi mesi dell’anno sono state univoche: proseguimento della fase di crescita al di sotto del potenziale.
Ci aspettiamo un lieve recupero, sperando che il PMI manifatturiero segnali un (lieve) miglioramento delle condizioni di business, sostenuto da un avanzamento dell’indice in Francia e da una risalita di quello tedesco. L’indice per i servizi è visto in lieve flessione per effetto di un possibile leggero cedimento dell’indice francese e di una stabilizzazione di quello tedesco.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a marzo sono previste in netto recupero, dopo il calo di -0,2% m/m di febbraio, e anche le vendite ex-auto dovrebbero aumentare, dopo -0,4% m/m di febbraio.
Il rialzo del prezzo della benzina dovrebbe contribuire per circa 2 decimi alla dinamica delle vendite complessive. L’aggregato “control (al netto di auto, benzina, alimentari e materiali da costruzione), che entra direttamente nella definizione dei consumi del PIL, è previsto in aumento solido, dopo tre mesi estremamente volatili anche per via dello shutdown (-2,2% m/m a dicembre, +1,7% m/m a gennaio, -0,2% m/m a febbraio).
– L’indice della Philadelphia Fed ad aprile dovrebbe correggere modestamente scendendo da 13,7 di marzo. Il mese scorso le imprese hanno riportato un miglioramento per tutti gli indici che a febbraio avevano subìto un calo in territorio negativo, confermando moderata espansione. Per quanto riguarda le aspettative a 6 mesi, gli indici restano positivi, ma sono su un trend di graduale ritracciamento dai valori molto elevati del 2018.
– I nuovi cantieri residenziali a marzo sono previsti in rialzo e in recupero dopo il calo di -8,7% m/m (a 1,162 mln in febbraio), dovuto anche al clima avverso. I dati di marzo potrebbero registrare un rimbalzo solido nel comparto delle unità monofamiliari.
Le indicazioni delle licenze edilizie, della fiducia dei costruttori, delle vendite di case e delle ore lavorate nel settore puntano a un trend positivo per l’edilizia residenziale. Le licenze dovrebbero aumentare modestamente (da 1,291 mln di febbraio), confermando una ripresa dai livelli del 2018.

 

MARKET MOVERs della prossima settimana:

AREA EURO – Il focus sarà sull’indice IFO che ci aspettiamo in recupero grazie ad un miglioramento delle attese, altresì la valutazione della situazione corrente è vista stabile. La fiducia delle famiglie potrebbe cedere nella media area euro a -8,2 sull’incertezza politica.

STATI UNITI – I dati in pubblicazione la prossima settimana sono più che altro retrospettivi e non dovrebbero aggiungere informazioni sui trend attesi per il 2° trimestre. Le vendite di case esistenti e nuove a marzo dovrebbero confermare il trend positivo del comparto immobiliare residenziale; la fiducia dei consumatori dovrebbe stabilizzarsi ad aprile, con una modesta ripresa delle aspettative di inflazione; infine, la prima stima del PIL del 1° trimestre potrebbe segnalare una crescita in rallentamento, con i consumi in frenata, ma un contributo solido di spesa pubblica e investimenti residenziali.