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16 Aprile 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – L’indice Empire della NY Fed ad aprile aumenta da 3,7 a 10,1. Le indicazioni dell’indagine sono di modesta ripresa: ordini da 3 a 7,5; consegne da 7,7 a 8,6; tempi di consegna da 1,4 a 7.
Gli occupati restano in territorio espansivo ma segnano un modesto ritracciamento, da 13,8 a 11,9, con segnali positivi dalla settimana lavorativa (da -3,4 a 4,3).
I prezzi pagati tornano sui livelli di febbraio (da 34,1 a 27,3) e quelli ricevuti correggono (da 18,1 a 14), confermando un trend verso il basso visto anche con gli indici di prezzo di marzo.
L’indice di attività a 6 mesi frena a 12,4 (da 29,6), sui minimi da gennaio 2016; anche gli altri indicatori anticipatori sono in calo, con ordini, consegne, spesa in conto capitale e occupazione moderatamente al di sotto dei livelli di marzo.

 

COMMENTI:

GERMANIA – Il rapporto mensile della Bundesbank valuta che, nonostante la debolezza dell’attività manifatturiera, l’economia tedesca abbia registrato un buon recupero nel primo trimestre 2019. Tale recupero, tuttavia, è alimentato per ora soltanto da fattori transitori: effetto dell’inverno mite sulle costruzioni e parziale ripresa del comparto automobilistico dopo la caduta del secondo semestre 2018.

STATI UNITIEvans (Chicago Fed) ha detto che se lo scenario si evolvesse come atteso, sarebbe opportuno alzare i tassi una volta nel 2020 e una volta l’anno successivo. La sua valutazione dell’economia è positiva, con un mercato del lavoro sotto pressione, salari in aumento e inflazione vicina al 2%.
Secondo Evans ora la politica monetaria è circa neutrale, ma lasciando la possibilità di agire in base agli sviluppi economici in una fase di incertezza.
A suo avviso l’inflazione sarà cruciale nella determinazione dei tassi: la sua previsione è che la dinamica dei prezzi riacceleri più avanti nell’anno. Tuttavia, un’inflazione troppo bassa porterebbe la politica monetaria in territorio restrittivo e richiederebbe un intervento espansivo. Per quanto riguarda i possibili cambiamenti dell’obiettivo sui prezzi, secondo Evans sarebbe opportuno segnalare la volontà di tollerare un’inflazione fino al 2,5%. Anche Rosengren (Boston Fed) ha discusso possibili modifiche all’obiettivo sui prezzi e ha indicato che a suo avviso sarebbe opportuno definire l’obiettivo su un intervallo intorno al 2%, dato che l’attuale obiettivo puntuale sembra essere stato interpretato più come un tetto che come un livello intorno a cui fluttuare in entrambe le direzioni.

 

Dollaro sostenuto ieri da dati migliori del previsto (New York Fed index) e dalle dichiarazioni di Evans, che ha prospettato una politica monetaria invariata fino all’autunno 2020, ma senza aperture a ipotesi di taglio dei tassi. Tuttavia, l’indebolimento dei mercati azionari ha poi tolto tutto lo slancio. Alla fine, si è rivelata una giornata molto quieta, senza movimenti degni di nota.

L’euro resta intorno a 1,13 e non ci sono per ora spunti a favore di un movimento sopra 1,14 contro dollaro.

 

MARKET MOVERs:

GERMANIA – L’indice ZEW sulle attese per i prossimi mesi potrebbe salire ancora ad aprile da -3,6. La fiducia degli analisti dovrebbe essere sostenuta dal rimbalzo del mercato azionario. Sarà più indicativa la valutazione della situazione corrente che ci aspettiamo poco variata dai livelli del mese precedente, ma ancora al di sopra della media di lungo termine.

STATI UNITI – La produzione industriale a marzo è attesa in rialzo, dopo la stagnazione di febbraio, spinta soprattutto dalle utility e da un modesto aumento negli altri segmenti.
Sulla base delle ore lavorate viste con l’employment report, il manifatturiero dovrebbe recuperare con un incremento, dopo il calo di -0,4% m/m di febbraio. Le indicazioni dell’ISM a marzo sono state positive, ma l’employment report ha registrato una contrazione di occupati nel settore, in particolare nel comparto auto. Al netto delle auto, il manifatturiero dovrebbe registrare un output in aumento.
L’estrattivo dovrebbe riprendere il trend positivo, dopo la contrazione di febbraio, come segnalato dagli occupati in rialzo a marzo.