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10 ottobre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha espresso parere negativo sui nuovi obiettivi fiscali, a causa della “dimensione […] dell’impatto della manovra sul quadro macroeconomico”. Inoltre, “disallineamenti rispetto alle stime […] e rischi al ribasso sulla crescita reale riguardano anche il biennio 2020-2021, periodo al di fuori dell’orizzonte di validazione”.

GIAPPONE – Gli ordini di macchinari core ad agosto sorprendono con un aumento di 6,8% m/m, dopo +11% m/m di luglio, con indicazioni di netta accelerazione rispetto al 2° trimestre. La variazione è diffusa alla maggior parte dei settori. I dati danno supporto a una previsione di espansione degli investimenti non residenziali nella seconda metà dell’anno, pur in presenza di debolezza delle esportazioni collegata alla minor forza della crescita globale.

FRANCIA – Il comparto manifatturiero nel mese di agosto ha segnalato un deciso avanzamento del morale, mentre la produzione di energia ha registrato un aumento moderato dell’attività, a fronte di temperature medie superiori al dato storico di circa 1,5° tra luglio e agosto.

 

COMMENTI:

La Banca d’Italia, in occasione dell’audizione di Signorini, ha espresso critiche alle proiezioni contenute nel DEF.
In primo luogo, “se le tensioni registrate nelle ultime due settimane, e acuitesi negli ultimi giorni, non rientrassero, la spesa per interessi potrebbe risultare più elevata di quanto prefigurato nella Nota”, perché “si può stimare che, ai tassi attuali, già nel 2021 la spesa per interessi sarebbe superiore di circa 0,6 punti percentuali del prodotto rispetto alle previsioni fatte in aprile”.
Inoltre, “il disavanzo strutturale resterebbe su un livello elevato per un paese caratterizzato da un alto debito; non lascerebbe molti margini di azione nel caso in cui si rendesse necessario fronteggiare una nuova situazione di rallentamento ciclico”.
Riguardo all’effetto della manovra sulla crescita, “l’effetto espansivo di tale intervento dovrebbe essere limitato”, e “potrebbe essere ancora inferiore, o nullo, se il mancato aumento dell’IVA fosse già stato incorporato nelle aspettative delle famiglie”.
Dal fronte governativo, il Ministro Savona ha aperto alla possibilità di modifiche se lo spread sfugge dal controllo.

BCEVasiliauskas ha dichiarato che vede rischi elevati per la crescita mondiale e che questi derivano principalmente dalle politiche commerciali. Il governatore ha anche sottolineato i rischi di una repentina restrizione delle condizioni finanziarie. Weidmann ha richiamato alla necessità di ristabilire ordine negli accordi commerciali internazionali.

Negli Stati Uniti, Kaplan ha detto che la Fed dovrebbe continuare ad alzare i tassi verso la neutralità, ma non sa ancora se sarà opportuno entrare in territorio restrittivo: a suo avviso sarebbe appropriato muovere i tassi tre volte, da dicembre a giugno.
Secondo Kaplan il tasso di disoccupazione dovrebbe portarsi intorno al 3,5% entro fine 2019, mentre l’inflazione sarà spinta da fattori ciclici (dazi, risorse inutilizzate in calo), ma frenata da elementi strutturali disinflazionistici (per esempio, innovazione tecnologica e globalizzazione).
Kaplan prevede una crescita forte quest’anno determinata dallo stimolo fiscale, ma un rallentamento nel 2019-20. È possibile che un’accelerazione della produttività porti a un rialzo del tasso neutrale: diversi motivi giustificano rialzi dei tassi graduali e “pazienti.
Williams (NY Fed) ha ribadito la sua opinione secondo cui, con il sentiero dei rialzi previsti ora, i tassi raggiungeranno la neutralità “all’incirca nel prossimo anno”. Williams prevede una crescita vicina al 3% nel 2018 e al 2,5% nel 2019.
Secondo Williams, una volta raggiunta la neutralità, la Fedsarà meglio posizionata” per rispondere a qualsiasi sviluppo successivo, con la capacità di reagire alle informazioni dei dati.
Williams ha anche sottoscritto la visione di Powell, affermando che “l’argomento a favore di una forte forward guidance sta diventando meno cogente”, dato che con la normalizzazione della politica monetaria, “non sarà più chiaro se i tassi debbano salire o scendere”.
I discorsi successivi alla riunione del FOMC di settembre mostrano un ampio consenso (anche se non unanime) per il proseguimento sul sentiero di rialzi indicato nelle proiezioni, mirando a livelli dei tassi vicini alla neutralità, in attesa di ricevere informazioni dai dati sull’evoluzione del ciclo.
Il segretario americano del Tesoro, Mnuchin, ha dichiarato pur senza accusare direttamente Pechino che l’amministrazione monitorerà da vicino l’andamento del renminbi per assicurarsi che Pechino non ricorra alla svalutazione competitiva per aggirare i dazi americani, sebbene abbia riconosciuto che parte della svalutazione della divisa cinese è attribuibile a fattori interni.

 

L’indice del dollaro è calato al margine nella seduta di ieri (-0,1%)

L’euro, dopo una fase di indebolimento, è risalito in chiusura di seduta ristabilizzandosi appena sopra 1,1500 contro il dollaro.

La sterlina ha recuperato ieri contro dollaro (+0,6%), tornando su massimi di settembre e scambia ora a 1,3172. Contro euro il rafforzamento è stato similare (+0,5%), sulla scia di indiscrezioni raccolte dalla stampa che l’accordo tra il Governo inglese e l’UE sarebbe più vicino.

Lo yen è rimasto pressoché stabile sul dollaro: in questa fase ci potrebbe essere un ulteriore spazio di apprezzamento della valuta nipponica in veste di valuta-bene rifugio.

Anche il franco svizzero è rimasto circa stabile su euro a 1,1399. Contro dollaro registra un marginale cedimento in apertura stamattina.

 

MARKET MOVERs:

In Francia, Italia e Regno Unito verranno diffusi i dati relativi alla la produzione industriale di agosto.

Negli Stati Uniti si attende la pubblicazione dell’indice PPI di settembre.

Per quanto riguarda l’attività delle banche centrali, parleranno Villeroy de Galhau (Banque de France), e diversi esponenti Fed (Kaplan, Williams, Karker e Evans).