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05 novembre 2018 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Nel complesso i dati del mercato del lavoro di ottobre sono in linea con il quadro consolidato nell’ultimo anno: crescita solida dell’occupazione, disoccupazione in calo controllato dalla quasi stabilità del tasso di partecipazione, salari in rialzo moderato.
La combinazione di domanda di lavoro solida e di rientro nella forza lavoro di individui appartenenti alla coorte 25-54 anni genera una dinamica salariale contenuta.
L’employment report di ottobre è anche più forte di quanto atteso: gli occupati non agricoli aumentano di 250 mila. L’aumento medio di occupati è di 218 mila negli ultimi tre mesi e di 211 mila negli ultimi 12 mesi.
L’occupazione aumenta nei principali settori: +32 mila nel manifatturiero, +30 mila nelle costruzioni, +5 mila nell’estrattivo, +179 mila nei servizi privati. All’interno dei servizi privati, crescono gli occupati di sanità e istruzione, dell’ospitalità, dei trasporti, dei servizi alle imprese, mentre sono poco variati nel commercio al dettaglio e nella finanza. Gli occupati nel settore pubblico crescono di solo 4 mila unità.
Il tasso di partecipazione aumenta a 62,9% (da 62,7% di settembre) e rimane all’interno del ristretto intervallo visto nell’ultimo anno.
Il tasso di disoccupazione è stabile a 3,7%, ma in calo di 4 decimi da ottobre 2017.
Il tasso di occupazione aumenta di 2 decimi a 60,6%, in rialzo di 4 decimi nell’ultimo anno.
I salari orari aumentano di 0,2% m/m (3,1% a/a). Le ore lavorate aumentano di 0,1% m/m.

CINA – L’indice PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit è sceso bruscamente (2,3 punti) in ottobre, portandosi a 50,8, il minimo da settembre 2017.
La componente degli ordini ha registrato una diminuzione di pari entità, toccando 50,1, seguita da quella dei prezzi (-1,4), mentre a sorpresa la componente occupazione, scesa per la prima volta dopo due anni a settembre sotto 50, è risalita a 51,1.
Il dato conferma il rallentamento dell’attività, che dal settore manifatturiero si sta estendendo anche al settore dei servizi, seppur con minore intensità. Il PMI composite scende a 50,5 (da 52,1), toccando il minimo dalla metà del 2016.

 

COMMENTI:

Nel Regno Unito i prossimi giorni saranno cruciali per capire se sarà possibile raggiungere già questo mese un accordo con l’UE sul trattato di recesso.
La stampa britannica sembra concordare riguardo alla determinazione del governo di tentare di chiudere la trattativa al più presto e l’andamento della sterlina sembra suggerire che gli investitori inizino a scommettere su un esito positivo.
Diverse fonti menzionano la voce che la dichiarazione politica sui rapporti a regime resterebbe aperta a diverse soluzioni, da Canada-plus a qualcosa come il piano Chequers.
Secondo l’Express, May avrebbe un accordo già pronto e domani potrebbe porre i ministri di fronte alla scelta di appoggiarlo o di dimettersi.
Tuttavia, The Guardian riferisce che le due parti non hanno ancora colmato tutte le differenze, e che l’esito del negoziato resta altamente incerto.
La questione irrisolta resta quella del meccanismo per evitare il ripristino di controlli sul confine terrestre irlandese, qualora le due parti non riescano a raggiungere un’intesa sui rapporti a regime che sia compatibile con tale condizione.

 

La settimana si è chiusa con l’indice del dollaro in lieve calo dopo che i dati dell’employment report hanno portato probabilmente il timore negli operatori che la stretta monetaria della Fed possa subire un’accelerazione.

Le piazze europee e asiatiche hanno recuperato in chiusura di settimana dopo i crolli di ottobre con l’euro che ora scambia a 1,1397 (+0,16%).

Anche la sterlina è risalita contro USD (+0,34%, scambia a 1,3009) ma ha ceduto lo 0,2% contro euro (scambia a 0,8755), prevalentemente sul consueto flusso di notizie legato a Brexit.

Lo yen ha visto un lieve rafforzamento sul biglietto verde ma rimane in area 113,20.

Franco svizzero stabile contro dollaro, che è sopra la parità a 1,0034, mentre contro euro scambia sempre attorno a 1,1433.

Il CAD si è indebolito contro USD dello 0,4% dopo l’uscita dell’employment report canadese, che ha in parte deluso le attese.

 

MARKET MOVERs:

Nella zona euro, l’Eurogruppo odierno esaminerà la situazione dei Draft Budgetary Plans presentati dagli Stati membri e discuterà l’opinione pubblicata dalla Commissione Europea riguardo alla legge di bilancio proposta dall’Italia.

In Europa, il focus sarà sui dati di produzione industriale di settembre e le vendite al dettaglio. La Commissione Europea pubblicherà le previsioni di autunno su crescita e principali aggregati di finanza pubblica.

Avendo pochi dati in uscita questa settimana, il focus negli USA sarà sulle elezioni politiche del 6 novembre e sulla riunione del FOMC. Le elezioni midterm potrebbero modificare l’attuale fase di governo, mentre la riunione del FOMC non dovrebbe fornire novità con l’indicazione di ulteriori graduali rialzi dei tassi.

Negli Stati Uniti si attende l’indice ISM non manifatturiero di ottobre, dopo che la Business Leaders Survey della NY Fed segnala un notevole rallentamento della crescita dell’attività nei servizi e un’accelerazione dei prezzi: le imprese comunque restano ottimiste sullo scenario. L’indagine della Philadelphia Fed per il settore non manifatturiero ha registrato invece modeste correzioni, mantenendosi su livelli elevati a fronte di incrementi degli indici di prezzo.