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02 ottobre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – La disoccupazione è calata ad agosto a 9,7% da 10,2% di luglio. Si tratta di un minimo da gennaio del 2012. Per la prima volta dopo due mesi di calo si è registrato un incremento degli occupati, pari a +69 mila unità (+0,3% m/m); di conseguenza il tasso di occupazione è salito di due decimi al 59%, un massimo da quando sono disponibili le serie mensili. Il calo del tasso dei senza-lavoro è stato peraltro anche favorito da un ulteriore aumento degli inattivi (+46 mila unità ovvero +0,3% m/m). Un altro segnale positivo è il fatto che la creazione di lavoro non sia limitata ai contratti temporanei (+45 mila unità), ma abbia riguardato anche i dipendenti permanenti (+50 mila). Si è registrata invece una flessione dei lavoratori autonomi. Su base annua, l’occupazione ha ripreso velocità, a +312 mila unità (+1,4% a/a, un ritmo superiore a quello del PIL), anche se il miglioramento tendenziale resta confinato ai contratti temporanei e ai lavoratori ultracinquantenni. Nel mese, la creazione di posti di lavoro è risultata concentrata tra gli ultra trentacinquenni e infatti il tasso di disoccupazione giovanile registra un lieve aumento al 31% (+0,2%).

AREA EURO – A sorpresa, il tasso di disoccupazione è calato a 8,1% da un precedente 8,2%, in larga misura su scia della discesa in Italia. Il tasso di disoccupazione continuerà calare nei prossimi mesi e potrebbe chiudere il 2018 appena al di sotto dell’8,0%, tornando sui livelli pre-crisi. Le indicazioni dalle indagini di fiducia sono di tenuta della dinamica occupazionale nonostante la crescita meno sostenuta.

AREA EURO – La seconda stima rivede al ribasso il PMI manifatturiero di settembre di un decimo a 53,2. Il PMI manifatturiero spagnolo, non incluso nella stima preliminare, è calato a 51,4 da 53. Il PMI italiano risulta poco variato a 50 da 50,1, sul livello più basso all’interno dell’area. Il PMI tedesco è stato confermato in calo a 53,7 da 55,9, mentre l’indice francese si è assestato a 52,5 da 53,5. L’andamento del PMI manifatturiero nei mesi estivi lascia pochi dubbi sul fatto che l’attività nel comparto cresce a ritmi assai più moderati che nella prima parte dell’anno.

STATI UNITI – La spesa in costruzioni ad agosto aumenta meno delle attese, con una variazione di 0,1% m/m, ma il dato di luglio è rivisto verso l’alto, a +0,2% m/m. La spesa privata corregge di -0,5% m/m, frenata sia dalla componente residenziale (-0,7% m/m), sia da quella non residenziale (-0,2% m/m). La spesa pubblica segna un incremento del 2% m/m, con variazioni di uguale entità per i segmenti residenziale e non residenziale; gli investimenti privati residenziali in estate dovrebbero ancora contribuire negativamente alla crescita del PIL. L’ISM manifatturiero di settembre corregge a 59,8 da 61,3 di agosto, confermando un ritmo di espansione solido per il settore. Lo spaccato dell’indagine è positivo, con aumento delle componenti produzione (63,9 da 63,3), occupazione (58,8 da 58,5), ordini all’export (56 da 55,2), e correzioni di nuovi ordini (a 61,8 da 65,1, sempre su un livello elevato) e prezzi pagati (a 66,9 da 72,1). Nell’ultimo anno i livelli dell’ISM si sono mantenuti intorno ai massimi dal 2004 (il picco della serie si era visto nel 1983).

 

COMMENTI:

Il confronto informale sulla manovra italiana è apparso negativo per i chiari segnali che l’ipotesi di deficit costante a 2,4% per 3 anni sarebbe considerata una deviazione importante dal percorso di convergenza all’obiettivo di medio termine. Rehn, Governatore della Banca di Finlandia e membro del Consiglio BCE, ha dichiarato che la situazione italiana è preoccupante. Ricordiamo che Olli Rehn è stato commissario per gli affari economici nel pieno della crisi sul debito (2009 – 2014).

In Italia, agosto è stato il primo mese di completa entrata in vigore del “decreto dignità”: in prospettiva, al netto della volatilità su base mensile, pensiamo che la disoccupazione possa mantenere un trend al ribasso nei prossimi mesi, in coerenza con i livelli ancora espansivi delle aspettative di famiglie e imprese sull’occupazione. A nostro avviso, il rallentamento in atto del ciclo economico non è tale da determinare un’inversione di tendenza per la disoccupazione. In tale contesto, la Legge di Bilancio per il 2019 non dovrebbe contenere misure che cambino sostanzialmente le condizioni del mercato del lavoro.

AREA EURO – Riguardo la politica monetaria, Olli Rehn ha dichiarato che il processo di normalizzazione sarà assai graduale e che i tassi resteranno fermi sui livelli attuali almeno fin dopo l’estate del 2019. Coeuré ha confermato che i tassi rimarranno sui livelli attuali fin dopo l’estate del 2019, dal momento che è necessario mantenere un ampio grado di stimolo monetario per accompagnare l’inflazione al target nel medio termine: anche se a ritmi più moderati rispetto alle attese, la fase di espansione procede con il tasso di disoccupazione che continua a calare e con graduali pressioni sui prezzi interni.

STATI UNITIWilliams (NY Fed) ha detto che recentemente il tasso neutrale (r-star) ha “ricevuto troppa attenzione” e, con l’avvicinamento alla neutralità, i suoi segnali sono meno precisi. Quando la politica monetaria era ancora ampiamente accomodante, secondo Williams il tasso neutrale era un utile strumento per guidare i rialzi e dare guidance ai mercati. Ora però il suo ruolo è molto ridimensionato e il FOMC navigherà a vista, riducendo le indicazioni sui tassi futuri. Rosengren (Boston Fed) ha detto che le conseguenze negative dell’attuale guerra commerciale sulla crescita cinese potrebbero trasmettersi agli Stati Uniti; pertanto questo rappresenta un fattore di rischio. Per ora però Rosengren continua a ritenere opportuno continuare ad alzare i tassi dei fed funds fino a un livello “modestamente restrittivo”. Kashkari (Minneapolis Fed) invece mantiene la sua opinione dovish, secondo cui per ora non c’è motivo per alzare i tassi e portarsi verso una stance restrittiva.

 

EURUSD, dopo un tentativo di risalita, chiude la seduta di ieri in ribasso di 0,4% e scambia ora a 1,1558, in attesa dell’audizione di Quarles (Fed) e soprattutto del discorso di Powell. L’agenda europea offre poco questa settimana da opporre al tema politico italiano, lasciando l’euro in posizione di debolezza.

La sterlina tenta un recupero contro euro (+0,3%, scambia ora a 0,8873) su voci che il Governo Inglese stia pensando a concrete concessioni sul tema del confine irlandese in vista del prossimo vertice su Brexit con l’Europa il prossimo 14 ottobre.

Lo yen continua a cedere contro dollaro, ieri un altro 0,15%, mentre il CAD si rafforza (+0,35%, a massimi da quattro mesi) all’indomani della sigla del nuovo accordo trilaterale che sostituisce Nafta. Il dollaro canadese è supportato al momento anche da un prezzo del petrolio ai massimi da quattro anni, senza contare che il probabile rialzo dei tassi di Bank of Canada ad ottobre.

 

MARKET MOVERS:

All’ECOFIN, i ministri delle finanze saranno invitati ad approvare la proposta sul “meccanismo di inversione contabile dell’IVA” e una serie di aggiustamenti “soluzioni rapide” alle norme IVA dell’UE.

Sul fronte Bank of England, due membri del MPC parleranno oggi (Haldane e Haskel).

Negli Stati Uniti, in serata escono i dati sulle vendite di auto; in agenda c’è anche un discorso di Powell alla NABE.

 

AGENDA DI OGGI:

Flash Report - agenda economica 02 ottobre 2018