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02 novembre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – La disoccupazione è tornata a salire a settembre, a 10,1% dopo essere calata nei due mesi precedenti, fino al 9,8% ad agosto (dato rivisto al rialzo di un decimo).
Nel mese si è registrato un calo sia degli occupati che degli inattivi. Gli occupati sono scesi per il terzo mese negli ultimi quattro (-34 mila unità dopo le +62 mila di agosto). La salita del tasso dei senza-lavoro è stata anche favorita da un calo degli inattivi (-43 mila unità dopo le +51 mila del mese precedente).
A differenza che nel mese precedente, la creazione di posti di lavoro è tornata ad essere limitata ai contratti temporanei (+27 mila unità rispetto al mese prima, +368 mila rispetto a un anno prima), mentre si registra un calo sia congiunturale che tendenziale per i dipendenti permanenti (-77 mila m/m, -184 mila a/a). In aumento moderato i lavoratori autonomi (+16 mila m/m, +22 mila a/a).
Su base annua, l’occupazione ha perso velocità, a +207 mila unità (+0,9% a/a), tornando a crescere circa in linea con il PIL, ma confinato ai contratti temporanei e ai lavoratori ultracinquantenni.
Nel mese, la creazione di posti di lavoro è risultata concentrata tra i più giovani (+6 mila unità ovvero +0,6% m/m) e tra gli ultracinquantenni (+22 mila unità ovvero +0,3% m/m). La classe di età che più fatica a scrollarsi di dosso gli effetti della crisi è quella dei 35-49enni (-1,6% a/a).
Tuttavia anche il tasso di disoccupazione giovanile è salito per il secondo mese a 31,6%.

ITALIA – L’inflazione ha sorpreso verso il basso per il secondo mese a ottobre. L’indice nazionale si è attestato a 1,6% a/a (da 1,4% di settembre rivisto al ribasso), con prezzi stabili nel mese. La misura armonizzata ha fatto segnare un aumento tendenziale di due decimi a 1,7%.
Significative pressioni al ribasso sono venute da diversi capitoli di spesa: comunicazioni (-1,4% m/m), servizi ricettivi e di ristorazione (-0,8% m/m), trasporti e istruzione (entrambi -0,7% m/m).
Anche le spese per il tempo libero e abbigliamento e calzature hanno fatto segnare un calo dei listini, anche se meno accentuato.
Ampiamente atteso viceversa l’aumento di +1,9% m/m dei prezzi nel capitolo “abitazione, acqua, elettricità e combustibili”, dovuto al rincaro delle tariffe energetiche (elettricità +7,6%, gas +6,1%).
Ottobre ha anche registrato un ulteriore rallentamento dell’inflazione sui beni a più alta frequenza di acquisto (da 2,3% a 2,1% a/a), nonché sul cosiddetto “carrello della spesa” (beni alimentari, per la cura della casa e della persona: da 1,5% a 1% a/a), principalmente dovuto a frutta e verdura fresca.

AREA EURO – La stima preliminare per il mese di ottobre mostra l’inflazione in lieve aumento al 2,2%. Al netto di energia e alimentari, misura preferita dalla BCE, l’inflazione è salita all’1,3% (da un precedente 1,1%).
Sul mese, i prezzi sono infatti cresciuti di 0,2% m/m spinti soprattutto dai prezzi interni e dal capitolo energia (+1,7% m/m).
Nei prossimi mesi l’inflazione potrebbe tornare indietro verso il 2,0% frenata dalla dinamica core che potrebbe retrocedere fino a 0,9% a fine anno.
L’inflazione è rimasta invece sul livello del mese precedente in Spagna al 2,3% e in Francia al 2,5%.

STATI UNITI – La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati registra una variazione di 227 mila: l’aumento è diffuso a tutte le dimensioni di impresa e particolarmente ampio nelle società medie e grandi.
L’industria registra un rialzo solido, +38 mila. I servizi vedono un ampio rimbalzo, +189 mila, che interessa tutti i segmenti. La stima ADP è tuttavia meno affidabile rispetto all’employment report che include come occupati solo gli individui che hanno effettivamente lavorato.
I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 27 ottobre calano a 214 mila.

STATI UNITI – L’Employment Cost Index nel 3° trimestre aumenta di 0,8% t/t e di 2,8% a/a: la componente salari e stipendi è in rialzo di 0,9% t/t (2,9% a/a), mentre i benefit sono in rallentamento con una crescita di 0,4% t/t (2,6% a/a).
Solo nel settore privato salari e stipendi sono in aumento di 3,1% a/a, con variazioni particolarmente ampie nei servizi. Tuttavia, l’accelerazione della dinamica del costo del lavoro non implica un aumento di pressioni inflazionistiche e pertanto i dati non dovrebbero modificare la previsione di inflazione intorno al 2% nei prossimi trimestri.

STATI UNITI – L’ISM manifatturiero a ottobre cala più delle attese, scendendo a 57,7 da 59,8 di settembre e toccando il minimo da aprile 2018: ordini a 57,4 (da 61,8), produzione a 59,9 (da 63,4), occupazione a 56,8 (da 58,8), ordini all’export a 52,2 (da 56).
Ad aumentare sono invece i prezzi a 71,6 da 66,9 di settembre.
I commenti delle imprese restano positivi, con indicazioni di domanda ancora “moderatamente forte”: nel complesso l’indagine conferma la prosecuzione dell’espansione ma ad un ritmo di crescita che dovrebbe rallentare dopo due trimestri forti, anche a fronte del continuo apprezzamento del dollaro e dell’indebolimento della crescita globale.

CINA – Il PMI manifatturiero rilevato dal NBS è sceso in ottobre a 50,2 toccando il minimo dall’autunno del 2016. Il calo ha riguardato tutte le componenti ma in particolare la produzione e gli ordini.
La componente degli ordini totali è diminuita di oltre un punto (50,8), mentre quella degli ordini esteri, stabilmente sotto 50 da giugno, è scesa a 46,9, il minimo dall’inizio del 2016. Se la componente dei prezzi degli input è calata di quasi due punti ma rimane in area 58 (sui massimi da febbraio), lo spaccato per tipologia di impresa evidenzia un peggioramento delle condizioni in particolare per le piccole e medie imprese.
Sebbene il quadro del settore non manifatturiero nel complesso continua a rimanere buono, registra un peggioramento del settore dei servizi: il PMI dei servizi è infatti sceso a 52,1 in ottobre (da 53,4 di settembre); è invece, risalito il PMI del settore costruzioni, portandosi sui massimi a 63,9, con un aumento degli ordini e delle aspettative, verosimilmente aiutato dalle misure a sostegno del finanziamento delle opere infrastrutturali. Anche La componente occupazione è salita lievemente.

CINA – L’indice PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit è, invece, marginalmente salito a 50,1 in ottobre: la scomposizione ha evidenziato un calo di un punto dell’indice della produzione, contrariamente all’indice rilevato dal NBS. Quella degli ordini dall’estero è risalita a 48,8 in ottobre da 47,6 di settembre.

 

COMMENTI:

Il Governo Italiano ha trasmesso al Parlamento la proposta di legge di bilancio. La novità più importante, già anticipata dai media italiani nei giorni scorsi, sono le due misure più rilevanti in termini di impatto sul bilancio: reddito di cittadinanza e flessibilità dell’età di pensionamento; considerando che il Parlamento sarà intasato nei prossimi due mesi da un flusso di decreti legge da convertire e dal dibattito sulla legge di bilancio, è certo che l’attuazione delle due misure sarà quanto meno ritardata di diversi mesi.

In Italia, i dati sul mercato del lavoro di settembre non stupiscono, in quanto i dati estivi sono sempre assai volatili e una parte rilevante del calo del tasso dei senza-lavoro nei due mesi precedenti era dovuta alla crescita degli inattivi.
In ogni caso, il tasso di disoccupazione potrebbe mantenere un trend al ribasso nei prossimi mesi.
Il rallentamento del ciclo non appare ancora così severo e inoltre le indagini di ottobre segnalano che le aspettative sui livelli occupazionali sia delle imprese che delle famiglie restano molto ben impostate.
Naturalmente, c’è maggiore incertezza sul persistere di condizioni espansive ma appare troppo presto per collegare il recente andamento del mercato del lavoro agli effetti del cosiddetto “decreto dignità”, in quanto una piena applicazione di tutte le disposizioni normative in esso contenute si avrà solo a partire dal mese prossimo.
È possibile che alcune aziende abbiano in qualche modo “anticipato” alcuni contratti di lavoro a tempo determinato.
Al contrario, i dati sull’inflazione hanno sorpreso verso il basso rispetto alla media dell’eurozona (2,2% a/a per il mese di ottobre). Probabilmente, il recente trend di risalita dell’inflazione è rimasto confinato all’energia.

Negli USA, il presidente Trump riporta di avere avuto una “lunga e ottima conversazione” con il presidente cinese Xi, con enfasi sul commercio e conferma che le discussioni proseguiranno in occasione del G-20. Il direttore del National Economic Council, Kudlow, ha detto che si tratta di un disgelo” nei rapporti fra i due Paesi, ma ha anche sottolineato che per ora non sono stati fatti passi avanti dalla Cina per riaprire in modo costruttivo i negoziati.

I mercati azionari hanno iniziato il mese di novembre con una nota di ottimismo innescata dai commenti positivi di Trump dopo l’incontro con il Presidente cinese Xi Jinping.

L’euro ha recuperato in una sola seduta più dello 0,75 contro USD risalendo sopra 1,1400, scambia ora a 1,1441.

Anche la sterlina registra una delle sue giornate migliori in oltre un anno, recuperando in un solo giorno l’1,7% contro USD e ritornando a scambiare a 1,3017; anche contro euro il rimbalzo è stato deciso (+0,8%), scambia ora a 0,8786.
Questo rimbalzo potrebbe essere stato alimentato da voci di un possibile accordo raggiungibile entro la fine del mese, nonostante le dinamiche politiche interne al Regno Unito.
La BoE, nella sua riunione di ottobre che ha mantenuto il tasso di riferimento fermo allo 0,75%, ha dichiarato che in presenza di una Brexit ordinata i tassi di interesse saliranno a un ritmo di circa 0,5% all’anno fino al 2021: Carney ha anche precisato però che in caso di una hard Brexit il ruolo di Bank of England sarebbe notevolmente complicato.

Lo yen ha recuperato meno delle altre valute, solo lo 0,2% ieri, per riprendere a indebolirsi in apertura stamattina delle borse asiatiche: scambia ora appena sopra il livello di 113,00.

Tra le commodity currency, il CAD ha ampiamento beneficiato della pausa di USD rafforzandosi dello 0,6%, scambia ora a 1,3056, mentre l’AUD rimbalza di oltre il 2% tornando a scambiare a 0,7236.

 

MARKET MOVERs:

In Area euro sarà diffusa la seconda lettura del PMI manifatturiero per ottobre, che potrebbe indicare un chiaro rallentamento dell’attività all’ingresso del quarto trimestre.

Negli USA si attendono i dati dell’employment report su occupati non agricoli, tasso di disoccupazione e andamento dei salari orari.