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01 Luglio 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione è risultata a giugno a 0,8% a/a, invariata rispetto al mese precedente secondo l’indice nazionale e in calo di un decimo in base all’armonizzato. Nel mese i prezzi sono saliti di due decimi sul NIC e di un decimo sull’IPCA.
I dati sono risultati lievemente superiori alle attese sia nostre che di consenso. Nel mese, sull’indice nazionale, come atteso, il maggior contributo al rialzo congiunturale dei prezzi viene dai trasporti.
I rincari appaiono di natura stagionale in quanto dovuti soprattutto ai servizi di trasporto (+2,1% m/m), nonostante il calo dei carburanti (gasolio -1,2%, benzina -1% m/m).
Di natura stagionale anche gli aumenti dei prezzi del capitolo “ricreazione, spettacoli e cultura” e dei servizi ricettivi e di ristorazione (+0,3% m/m ciascuno).
Viceversa, sono calati ulteriormente in misura significativa i prezzi delle comunicazioni (-1,6% m/m, -9,4% a/a).
In diminuzione anche alimentari (-0,3% m/m) e abbigliamento/calzature (-0,1% m/m).
Il cosiddetto “carrello della spesa” ha visto un calo su base congiunturale (-0,2% m/m), per via della flessione degli alimentari.
Pensiamo che il CPI possa toccare un punto di minimo attorno a 0,6% a luglio-agosto, prima di rimbalzare nei mesi successivi, tornando di poco superiore all’1% a fine anno. Occorrerà aspettare il 2020 per vedere un indice stabilmente sopra l’1%.
In tal senso, l’inflazione italiana dovrebbe rimanere inferiore alla media dell’Eurozona nell’orizzonte prevedibile. Inoltre, non ci sono segnali di significativa risalita, visto che il persistente eccesso di offerta nell’economia non genera pressioni al rialzo sul costo del lavoro delle imprese.
– A maggio, i prezzi alla produzione nell’industria sono rimasti stabili sul mercato interno e saliti di un decimo su quello estero (area extra euro).
Su base annua, l’indice generale è rallentato da 2,1% a 1,5%: si tratta di un minimo da oltre un anno.
Nel mese, sul mercato domestico, sono saliti i prezzi dei beni strumentali (+0,4% m/m), mentre è scesa l’energia (-0,2% m/m).
Al netto dell’energia dunque i prezzi sarebbero saliti di due decimi.
Il dato conferma che non si registrano pressioni core a monte della catena produttiva.

EUROZONA – La stima flash di giugno dell’inflazione è invariata rispetto al mese precedente e in linea con le attese (1,2% a/a). Tuttavia, la composizione è diversa rispetto a quella attesa dal consenso degli analisti: confermato, infatti, il contributo negativo dei carburanti; la misura che esclude alimentari freschi ed energia sale da 1,0% a 1,2% a/a.
L’accelerazione dell’inflazione dipende dai servizi (1,6% a/a), mentre i manufatti registrano incrementi dei prezzi pressoché nulli su base tendenziale.

FRANCIA
– La stima flash mostra che l’inflazione ha accelerato a sorpresa di tre decimi a giugno da 0,9% all’1,2% sull’indice nazionale e  da 1,1% all’1,4% su quello armonizzato.
I prezzi al consumo sono cresciuti rispettivamente di 0,2% m/m e 0,3% m/m da 0,1% m/m di entrambe le misure.
L’accelerazione dell’inflazione è spiegata dall’aumento dei prezzi amministrati e da un balzo dei prezzi degli alimentari. Nei prossimi mesi l’inflazione francese è vista accelerare ancora di un paio di decimi verso l’1,5%.
– La spesa per consumi aumenta a sorpresa di 0,4% m/m a maggio da 0,3% m/m di aprile.
Il recupero delle vendite di auto dopo il crollo del mese scorso, le spese per la casa e le vendite di abbigliamento hanno sostenuto i consumi delle famiglie.
La variazione annua peggiora a -0,1% da 0,5% per un confronto statistico sfavorevole col dato di maggio 2018, particolarmente forte.
Le vendite al dettaglio sono in rotta per un avanzamento di 0,2% t/t nel trimestre in corso da 0,1% t/t del primo.

STATI UNITI
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a giugno (finale) aumenta da 97,9 a 98,2 rispetto alla lettura preliminare, pur restando al di sotto del livello di maggio (100).
La correzione rispetto a maggio è da attribuire agli intervistati che appartengono alla fascia più alta di reddito che hanno citato con maggiore frequenza i timori per gli effetti negativi dei dazi.
L’indagine mostra un aumento dell’indice corrente rispetto a maggio (da 110 a 111,9), ma una correzione delle aspettative (da 93,5 a 89,3).
Le aspettative di inflazione a 1 anno correggono a 2,7% da 2,9%, mentre quelle a 5-10 anni tornano da 2,6% di maggio a 2,3%, e confermando che il limite inferiore dell’intervallo di fluttuazione si è abbassato da inizio 2019.
– La spesa personale a maggio aumenta di 0,4% m/m (consenso 0,5% m/m), e il dato di aprile è rivisto verso l’alto (da 0,3 % a +0,6% m/m.
Ipotizzando consumi invariati in termini reali a giugno, la variazione nel 2° trimestre sarebbe pari a 3,8% t/t ann.
La terza stima del PIL, pubblicata il 27/6, ha rivisto i consumi del 1° trimestre ampiamente verso il basso (da 1,3% a 0,9% t/t ann.).
La previsione è che nel secondo semestre la spesa delle famiglie si assesti su ritmi mediamente intorno a 2,5% t/t ann.
Il reddito personale è in rialzo di 0,5% m/m a maggio, grazie a un’accelerazione della componente interessi, dopo un 1° trimestre debole, mentre salari e stipendi registrano una variazione moderata (0,2% m/m) sulla scia di salari in aumento di 0,2% m/m e nuovi occupati più deboli che nei trimestri precedenti.
Il tasso di risparmio è invariato a 6,1%, su livelli storicamente elevati anche in considerazione del trend in rialzo della ricchezza netta. Il deflatore core, come atteso, è in aumento di 0,2% m/m per il secondo mese consecutivo.
Anche se la variazione tendenziale a 1,6% a/a, si mantiene lontana dal 2%, la variazione trimestrale è in linea con l’obiettivo della Fed del 2% e dà supporto alla valutazione di transitorietà dell’indebolimento visto a inizio 2019.

GIAPPONE – L’indagine Tankan a giugno dà segnali misti sulla fiducia delle imprese.
Nel 2° trimestre, l’indice delle grandi imprese manifatturiere corregge da 12 a 7, e le aspettative per il 3° sono stabili (a 7).
Per le grandi imprese non manifatturiere invece si registra un miglioramento temporaneo da 21 a 23, con aspettative in calo a 17.
I dati sono modestamente positivi sul fronte degli investimenti, con una marginale revisione per i piani di spesa per l’a.f. 2019 per le grandi imprese (a 7,4%).
In termini di valutazione di domanda/offerta, non si registrano variazioni significative, con indicazioni ancora positive sul fronte della domanda domestica corrente.
Le imprese manifatturiere sono colpite dall’incertezza collegata alla politica commerciale americana, oltre che dal rafforzamento del cambio, mentre per le imprese non manifatturiere l’indebolimento atteso nel prossimo trimestre riflette i timori collegati al rialzo dell’imposta sui consumi previsto per ottobre.
Il tasso di cambio atteso dalle grandi imprese manifatturiere (in media a 109,3), è più debole del cambio prevalente da metà giugno.

CINA – Il PMI manifatturiero di giugno rilevato dal NBS è rimasto invariato rispetto a maggio (a 49,4). Gli ordini totali ed esteri sono marginalmente scesi rispetto (rimanendo al di sotto di 50), così come la componente della produzione.
La componente dei prezzi degli input ha messo a segno il calo più marcato scendendo al di sotto di 50, mentre quella dell’occupazione, a 46,9, è scesa al di sotto dei minimi toccati all’inizio del 2016 e del 2012.
Le condizioni delle piccole e medie imprese restano di difficoltà anche se in leggero miglioramento.
Il PMI del settore non manifatturiero è lievemente sceso da 54,3 in maggio a 54,2 in giugno: il lieve calo del settore dei servizi è stato bilanciato da un marginale aumento di quello delle costruzioni, con entrambi gli indici che rimangono su valori ancora compatibili con un’espansione dell’attività, ma in rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Sia il settore dei servizi sia quello delle costruzioni hanno registrato un aumento degli ordini.
L’indice PMI manifatturiero rilevato da Caixin-Markit, dopo due mesi di stabilità (a 50,2), è invece sceso di quasi un punto portandosi a 49,4 in giugno, trainato al ribasso dal netto calo degli ordini esteri (da 50,7 a 48,8), degli ordini interni e della produzione.
Dopo qualche mese di stabilizzazione i dati segnalano una nuova decelerazione dell’attività economica, causato dalla debolezza della domanda interna a cui si aggiunge il rallentamento di quella internazionale, che renderà necessario un ulteriore allentamento della politica monetaria e fiscale nei prossimi mesi.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Continueranno stamane i negoziati sulle nomine europee (Presidente della Commissione, Presidente dell’UE, Alto Rappresentante per la Politica Estera e Presidente della BCE), dopo il nulla di fatto alla riunione straordinaria di ieri sera.

ITALIA – La riunione odierna del Consiglio dei Ministri, precedentemente rinviata, dovrebbe approvare un pacchetto di misure di assestamento dei conti 2019 per ricondurre il deficit al 2,1% del PIL.
La manovra includerebbe l’attivazione dei tagli alla spesa dei ministeri per 2 miliardi (già previsto dall’accordo di dicembre con la UE), la revisione delle entrate tributarie (maggiori incassi IVA e condoni), extra-dividenti di CDP e Banca d’Italia, revisione al ribasso delle stime sui costi di reddito di cittadinanza e quota-100 (altri 6-7 miliardi complessivi circa).
In vista della decisione della Commissione Europea, ora prevista domani (in vista dell’Ecofin del 9 luglio), sarebbe utile fornire garanzie anche sui conti 2020, riguardo ai quali la divergenza iniziale fra stime del governo e Commissione assomma a 1,8% del PIL, ma qui gli ostacoli saranno maggiori.

STATI UNITI – L’incontro Xi-Trump ai margini della riunione dei G-20 ha determinato la riapertura delle trattative Cina-USA. Ognuno dei due Paesi ha offerto una concessione all’altro per tornare al tavolo dei negoziati.
Gli Stati Uniti hanno revocato il bando di esportazione di prodotti tecnologici a Huawei, pur mantenendolo su prodotti collegati alla sicurezza nazionale (i dettagli sui prodotti ancora bloccati non sono noti), e ha congelato l’imposizione di dazi del 25% su più di 300 mld di importazioni cinesi, mentre la Cina ha aumentato gli acquisti di prodotti agricoli americani (soia).
Lo sblocco delle trattative è certamente un elemento positivo per lo scenario economico globale, ma il raggiungimento di un accordo resta ancora lontano, soprattutto alla luce dell’opposizione interna, soprattutto in Cina, ad ampie concessioni alla controparte, come si è visto a maggio.
La svolta sul fronte commerciale metterà in difficoltà i partecipanti alla prossima riunione del FOMC, dato che blocca (almeno per ora) il temuto deterioramento dello scenario, pur senza eliminare il clima di incertezza prevalente.
In questa circostanza, quindi, i dati economici del prossimo mese assumono maggiore rilievo e le audizioni di Powell in Congresso a metà luglio saranno cruciali per ancorare le aspettative sui tassi.

 

La svolta sul fronte commerciale metterà in difficoltà i partecipanti alla prossima riunione del FOMC, ma gli sviluppi dovrebbero essere favorevoli al dollaro, che in effetti sta risalendo contro JPY ed EUR (1.1330) e negativi in genere per le divise rifugio.

L’euro ha recuperato lo 0,4% contro CHF, e scambia ora intorno a 1,1140. Questa mattina parla De Guindos, membro del comitato esecutivo BCE.

In seguito alla pubblicazione del Tankan, lo yen si è indebolito a 108,3 da 107,8 dei giorni precedenti. Le indicazioni dell’indagine non sono tali da indicare interventi di stimolo immediati, ma segnalano debolezza che potrebbe indurre la BoJ a muoversi verso maggiore stimolo alla vigilia del rialzo dell’imposta sui consumi di ottobre.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La disoccupazione a maggio è vista stabile al 7,6% dopo essere calata per due mesi consecutivi. Il tasso è in rotta per un calo di due decimi nel secondo trimestre dal 7,8% del primo e si trova ora sui minimi dal settembre 2008.

ITALIA – Il tasso di disoccupazione potrebbe aumentare di un decimo a maggio, al 10,3%. Negli ultimi mesi, la creazione di nuovi posti di lavoro ha perso slancio. L’incertezza ancora gravante sullo scenario domestico e internazionale non potrà non pesare sulle prospettive occupazionali.

GERMANIA – Il tasso di disoccupazione è previsto stabile al 5,0% in giugno, con una variazione dei disoccupati di -10 mila unità. In maggio, il numero di disoccupati è salito al livello più alto dal novembre 2018. Il rallentamento dell’economia, che potrebbe aver registrato una crescita nulla nel secondo trimestre, sta iniziando a incidere sulla domanda di lavoro delle imprese: il PMI composito sull’occupazione è calato in giugno a 53,0 da 55,3, il livello più basso dal 2016.

AREA EURO
– Il dato finale del PMI manifatturiero di giugno è visto in linea con la stima flash (a 47,8).
L’indice appare in stabilizzazione dopo il calo iniziato nel 2018, ma su livelli non ancora coerenti con una ripresa della produzione.
– La crescita di M3 dovrebbe rallentare da 4,7% a 4,6% in maggio. La composizione dell’aggregato si va spostando a favore di circolante e depositi a vista, che crescono a tassi superiori al 7%, mentre si contrae velocemente la componente M3-M2. Fra le controparti, l’espansione del credito dovrebbe restare quasi invariata a 2,4% a/a.

STATI UNITI
– L’ISM manifatturiero a giugno è previsto in calo da 52,1 di giugno, sulla scia della debolezza della crescita globale e dei timori per la guerra dei dazi. Nell’indagine, si dovrebbero vedere correzioni diffuse alle principali componenti. Le indagini regionali del settore sono state omogeneamente deboli, con indici di attività in calo diffuso e in territorio negativo per l’Empire e la Dallas Fed, a zero per la Philadelphia Fed.
In generale, le componenti ordini correnti e attesi hanno segnato ampie correzioni, indicando contrazione e non solo più stagnazione.
A livello aggregato, le informazioni delle indagini regionali segnalano un probabile calo dell’ISM su livelli appena sopra 50, anche se altri indicatori sono meno pessimistici.
Per esempio, nelle domande speciali dell’indagine della NY Fed le imprese hanno indicato espansione dell’attività nel resto dell’anno. La produzione manifatturiera è ora su un trend in calo.
– La spesa in costruzioni a maggio è attesa in aumento, dopo una variazione nulla ad aprile.
I dati di aprile hanno mostrato la quarta correzione consecutiva nel segmento residenziale privato, insieme a una contrazione della spesa non residenziale privata. I cantieri residenziali ad aprile-maggio sono stati su livelli più elevati rispetto a febbraio-marzo e l’andamento delle consegne di beni capitali ha sorpreso positivamente.
Tuttavia, nel segmento estrattivo la spesa in strutture è in contrazione, come evidenziato dal calo delle trivelle in attività iniziato a gennaio (-10,7% fra gennaio e giugno).