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01 Aprile 2019 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione è rimasta invariata a marzo, all’1% a/a secondo l’indice nazionale e all’1,1% in base all’armonizzato. Nel mese i dati sono risultati lievemente superiori alle attese, con i prezzi che sono saliti di tre decimi sul NIC e di 2,3% m/m sull’IPCA (che tiene conto del rientro dei saldi invernali).
Nel mese, sull’indice nazionale, il maggior contributo al rialzo congiunturale dei prezzi è dovuto ai trasporti +1,3% m/m (1,2% a/a), per via soprattutto dei rincari dei carburanti (gasolio +2,6%, benzina +2,4% m/m). Inoltre, sono rimbalzati parzialmente, dopo il deciso calo del mese scorso, i prezzi delle comunicazioni (da -2,6% m/m precedente a +1,3%).
In aumento anche bevande alcoliche e tabacchi, servizi ricettivi e di ristorazione, abbigliamento e calzature, altri beni e servizi.
Viceversa, hanno registrato una flessione deli listini gli alimentari e le spese per il tempo libero (entrambi di -0,4% m/m), e i servizi sanitari e le spese per la salute (-0,1% m/m).
L’inflazione di fondo è salita di un decimo a 0,5% a/a (i prezzi core nel mese sono cresciuti più dell’indice generale). Tuttavia, è in ribasso il cosiddetto “carrello della spesa” (-0,8% m/m e 1,3% a/a), sulla scia degli alimentari.
Il dato non cambia di molto le prospettive di inflazione: il mese prossimo, una spinta al ribasso sui prezzi verrà dal significativo calo delle tariffe di gas e luce (-9,9% and -8,5%, rispettivamente). Pensiamo che l’inflazione possa toccare un punto di minimo ad agosto, prima di rimbalzare nei mesi successivi, tornando di poco superiore all’1% a fine anno.
Insomma bisognerà aspettare il 2020 per vedere un indice stabilmente sopra l’1%. In tal senso, anche per via della persistente debolezza del ciclo economico, l’inflazione italiana dovrebbe rimanere inferiore alla media dell’eurozona e non ci sono segnali di significativa risalita visto che il persistente eccesso di offerta nell’economia non genera pressioni al rialzo sul costo del lavoro delle imprese.
La nostra previsione per la media di quest’anno è un’inflazione inferiore di due-tre decimi rispetto al 2018, e non molto lontana dai valori correnti.

ITALIA – I prezzi alla produzione nell’industria sono calati di -0,1% m/m a febbraio e di -0,2% m/m sul mercato interno (per effetto soprattutto dell’energia ma anche dei beni di consumo non durevoli, mentre durevoli e beni strumentali hanno registro un aumento di un decimo).
La variazione annua è scesa da 3,4% a 3,1%. I prezzi restano più sostenuti sul mercato interno (3,9%) che su quello estero (0,7%), per via soprattutto dell’energia (+10,1%), mentre gli altri gruppi di industrie fanno segnare un incremento annuo assai contenuto. Insomma non si registrano pressioni a monte della catena produttiva.

STATI UNITI – La spesa personale a gennaio aumenta di 0,1% m/m, (dopo -0,6% m/m di dicembre): la debolezza è concentrata nei beni durevoli (-1,2% m/m), mentre i non durevoli e i servizi sono in crescita moderata (+0,3% m/m e 0,2% m/m, rispettivamente).
Il reddito personale a febbraio aumenta di 0,2% m/m, con un incremento di 0,3% m/m della componente salariale. Il reddito disponibile è in rialzo di 0,2% m/m in termini nominali.
Il tasso di risparmio a gennaio rimane molto elevato su base storica, a 7,5% da 7,7% di dicembre, al di sopra della media del secondo semestre

STATI UNITI – Le vendite di case nuove a febbraio aumentano più delle attese, salendo a 667 mila da 636 mila di gennaio (rivisto da 607 mila) e toccando il massimo da inizio 2018. I dati confermano che il settore immobiliare residenziale è su un sentiero di deciso miglioramento, che dovrebbe portare gli investimenti residenziali a contribuire positivamente alla crescita del PIL nel 1° trimestre.

STATI UNITI – La fiducia delle famiglie rilevata dall’Univ. of Michigan a marzo aumenta a 98,4 (da 97,8) e una marginale correzione a 88,8 di quella aspettative rispetto alla lettura preliminare (da 89,2, però in aumento rispetto a 84,4 di febbraio).
Gli indici si sono riportati sui livelli di inizio autunno prima della correzione dei mercati e dello shutdown. Le aspettative di inflazione sono a 2,5% sia sull’orizzonte a 1 anno sia su quello a 5-10 anni: in particolare, quelle a più lungo termine risalgono così da 2,3% di febbraio.

GIAPPONE – L’indagine Tankan di marzo registra una debolezza anche più ampia delle attese nel manifatturiero, mentre dà indicazioni di stabilità nel non manifatturiero.
L’indice delle grandi imprese manifatturiere cala a 12 (da 19 di dicembre) e l’indice di aspettative a 3 mesi dà un segnale di ulteriore correzione, scendendo a 8 (a dicembre l’indice di aspettative era a 15): i dati quindi indicano un netto deterioramento del quadro di attività nel settore.
Per le grandi imprese non manifatturiere, l’indice corrente è in calo a 21 (da 24), ma con le aspettative a 20, in linea con l’indice di dicembre.
Gli indici aggregati per tutte le dimensioni di impresa danno segnali analoghi a quelli delle grandi imprese. Le aspettative sul cambio sono di modesto apprezzamento, con una previsione di cambio yen/dollaro per l’a.f. 2019 a 108,87 (la previsione per l’a.f. 2018 era a 109,5).
I dati confermano l’indebolimento dell’attività nel 1° trimestre e la frenata della crescita in gran parte attribuibile al calo delle esportazioni verso la Cina. La previsione per il PIL giapponese nel 1° trimestre è di modesta contrazione.

CINA – I PMI di marzo mostrano un netto rimbalzo rispetto al mese precedente. L’indice manifatturiero Caixin, pubblicato oggi, è rimbalzato da 49,9 a 50,8. Ieri era salito anche l’indice ufficiale, in quel caso da 49,2 a 50,5. Il rimbalzo pare guidato dalla domanda interna, che potrebbe essere un riflesso delle misure di stimolo governative.

 

COMMENTI:

BREXIT – Nella serata di oggi si terrà un nuovo dibattito parlamentare sulle opzioni alternative per il recesso dall’Unione Europea, con voto previsto fra le 20:00 e le 20:30h.
Sono stati presentati 8 emendamenti, che rappresentano un ampio spettro di opzioni: revoca della domanda, referendum confermativo, modelli di unione doganale per la relazione futura, e anche uscita senza accordo il 12 aprile.
Il precedente tentativo si era concluso senza alcuna maggioranza, ma con molte astensioni su alcune delle opzioni più popolari, come l’unione doganale permanente, che quindi potrebbero essere approvate se si riducesse la dispersione di voti.
Il governo non ha un obbligo legale di applicare eventuali deliberazioni della Camera, ma qualora emergesse una chiara maggioranza a favore di una delle opzioni sarebbe politicamente difficile ignorarla. Venerdì, un terzo tentativo di far approvare l’accordo già firmato era stato nuovamente sconfitto, fissando così al 12 aprile la scadenza del periodo negoziale previsto dall’art. 50.
L’Unione Europea ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio Europeo il 10 aprile, in occasione della quale si vedrà se il governo britannico sarà in grado di presentare una richiesta motivata di proroga.

STATI UNITIKaplan (Philadelphia Fed) ha detto che è appropriato avere un atteggiamento paziente, in attesa di maggiori informazioni.
Al momento Kaplan non prevede un rialzo dei tassi nel 2019, ma è aperto a modificare la sua opinione in base ai dati. Secondo Kaplan l’inversione della curva riflette uno scetticismo sulla crescita futura, che lui prevede intorno a 1,75%-2%. A suo parere, una curva pressoché piatta come quella attuale non ha forti implicazioni, che potrebbero scaturire invece da un’ampia e duratura inclinazione negativa.
Anche Quarles (vice-presidente Fed) ha ribadito che è appropriato essere pazienti in questa fase, aggiungendo che in futuro potrebbero essere necessari ulteriori rialzi dei tassi. Secondo Quarles, l’attuale rallentamento della crescita USA è temporaneo e lo scenario a suo avviso rimane di espansione moderata. Intanto dalla Casa Bianca aumentano le pressioni esplicite sulla politica monetaria, con il direttore del National Economic Council, Kudlow, che ha dichiarato di volere che la Fed tagliasse i tassi in via precauzionale. La settimana scorsa, Moore, nominato da Trump per una delle posizioni vacanti nel Board, aveva affermato che sarebbe opportuno ridurre i tassi.

 

L’ultima settimana di marzo si è chiusa all’insegna di bassa volatilità, con l’indice del dollaro circa stabile su base giornaliera, anche se in netto rialzo rispetto a sette giorni prima.

L’euro è rimasto poco mosso contro dollaro a 1,1235 dopo la correzione all’inizio della scorsa settimana e perfettamente in linea alla media mobile a 20gg: rimane tuttavia vulnerabile agli sviluppi del caso Brexit e a nuove evidenze di un rallentamento economico dell’area.

La sterlina, nonostante la volatilità intragiornaliera di venerdì, è rimasta stabile contro dollaro a 1,3062, mentre contro euro ha ceduto lo 0,2% portandosi al di sotto della media mobile a lungo termine (scambiando a 0,8605).

Infine, lo yen sta cedendo lo 0,4% tra venerdì e l’apertura stamattina in Asia, anche per effetto della deludente indagine Tankan di marzo, che registra una debolezza più ampia delle attese nel manifatturiero.

 

MARKET MOVERs:

ITALIA – Il tasso di disoccupazione potrebbe tornare a calare moderatamente a febbraio da 10,5% di gennaio. I dati del primo mese dell’anno mostravano un aumento dell’occupazione e la salita del tasso dei senza-lavoro era dovuta unicamente al calo degli inattivi. Le indicazioni di famiglie e imprese sul mercato del lavoro restano espansive, ma meno di qualche mese fa. Pensiamo che la disoccupazione possa rimanere a due cifre verosimilmente sia quest’anno che il prossimo.

GERMANIA – Gli ordini all’industria sono attesi in recupero a febbraio (+1,2% m/m), così come la produzione industriale (+0,7% m/m).

AREA EURO
– La stima flash dovrebbe mostrare i prezzi al consumo in aumento su spinta di una stagionalità positiva dall’aggregato core e rialzo dell’energia. L’inflazione Eurozona potrebbe tornare a calare verso l’1,3% nei mesi centrali dell’anno, ma in media 2019 l’inflazione è ancora vista all’1,5%.
– Le vendite al dettaglio per l’Eurozona sono viste avanzare solo marginalmente (+0,2% m/m).
– La seconda stima dovrebbe confermare il PMI manifatturiero in calo a marzo sulla debolezza degli ordinativi esteri. In Francia il PMI manifatturiero è calato per la prima volta sotto quota 50, mentre il quadro in Germania è anche più cupo, con l’indice PMI in calo: il calo degli ordini all’export non fa sperare in un recupero a breve.
– Il tasso di disoccupazione è atteso stabile al 7,8% a febbraio, con le indagini di fiducia che indicano una tenuta del mercato del lavoro nonostante il rallentamento ciclico. Tuttavia, difficilmente la disoccupazione diminuirà allo stesso ritmo del 2018, quando il tasso è calato dall’8,6% di gennaio al 7,8% di dicembre.

AREA EURO – Il focus settimanale sarà sui verbali della riunione BCE di marzo per carpire i dettagli sulla decisione di lanciare 7 nuove TLTRO e su eventuali indizi su come verranno condotte le aste.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio di febbraio sono previste in aumento, dopo +0,2% m/m di gennaio. Tuttavia, le auto dovrebbero avere contribuito negativamente al risultato totale ma, al netto delle auto, le vendite dovrebbero continuare ad avanzare, dopo +0,9% m/m di gennaio, con una spinta modesta da benzina e materiali da costruzione. La previsione è che dopo un 1° trimestre debole, i consumi riaccelerino verso un ritmo vicino al 2,5% t/t ann.
– L’ISM manifatturiero a marzo dovrebbe correggere da 54,4 di febbraio, ma confermando che l’attività continua a espandersi nonostante la debolezza del ciclo mondiale, se pure a ritmi più moderati rispetto alla seconda metà del 2018. Le indagini regionali hanno dato segnali misti, ma si sono mantenute in territorio espansivo.
– La spesa in costruzioni a febbraio dovrebbe correggere di -0,2% m/m, dopo l’ampio incremento di gennaio (+1,3% m/m), con un calo della componente pubblica, un incremento moderato della componente privata residenziale, debole a gennaio, e un rialzo contenuto di quella non-residenziale. L’edilizia residenziale privata da inizio anno sta dando segnali espansivi, dopo un 2018 estremamente debole.

STATI UNITI – Al netto dei dati in uscita oggi, il focus della settimana sarà sull’employment report di marzo che dovrebbe mostrare una ripresa della dinamica occupazionale dopo la debolezza di febbraio, un aumento del tasso di disoccupazione al 3,9% e confermare l’ottimo stato del mercato del lavoro.