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Weekly Economic Monitor

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06 dicembre 2019


Il punto

Regno Unito. Le elezioni del 12 dicembre saranno cruciali per le sorti di Brexit.
I Conservatori sono dati come favoriti nei sondaggi: una loro (piena) vittoria rappresenterebbe lo scenario più favorevole per gli sviluppi di Brexit e per gli effetti sull’economia britannica. Un governo Labour rischierebbe invece di riproporre una situazione di protratta incertezza, volendo negoziare un nuovo accordo con l’UE e indire un secondo referendum su Brexit.
Stati Uniti. In autunno, la stabilizzazione dell’attività nel manifatturiero (al di là della volatilità collegata allo sciopero di GM) e dei rischi esogeni (crescita globale e politica commerciale) hanno ridotto i timori di conclusione di questa ripresa record.
La Fed si è adattata al nuovo scenario: la riunione del FOMC dovrebbe confermare la fase di pausa dei tassi annunciata a ottobre e mantenere alta l’asticella per eventuale nuovo stimolo. Tuttavia, a nostro avviso i rischi per lo scenario americano restano verso il basso nel 2020 e prevediamo che la prossima mossa sui tassi, dopo la pausa in corso, sia più probabilmente verso il basso che verso l’alto.

I market mover della settimana

Nell’area euro, è una settimana importante non tanto dal lato dei dati in uscita (lo ZEW aprirà la tornata di indagini di fiducia di dicembre, ma i miglioramenti dovrebbero essere meno accentuati rispetto al mese scorso, e la produzione industriale di ottobre è vista in moderato aumento in Francia e Italia e viceversa in calo nella media eurozona), quanto soprattutto per gli eventi in calendario tra giovedì e venerdì: la riunione della BCE dovrebbe essere interlocutoria, ma non si possono escludere revisioni al ribasso sulle stime macroeconomiche; il Consiglio europeo esaminerà varie questioni importanti, tra cui la revisione del trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità, il completamento dell’unione bancaria e lo stato dell’arte su Brexit; su quest’ultimo tema, sarà decisivo l’esito delle elezioni politiche generali nel Regno Unito.
La settimana ha diversi dati rilievo in uscita negli Stati Uniti, ma il focus sarà sulla riunione del FOMC. La Fed dovrebbe confermare la fase di pausa sui tassi, mantenendo l’impegno a modificare la propria stance in caso di cambiamento “significativo” dello scenario.
Fra i dati di novembre, le vendite al dettaglio saranno importanti per valutare la tenuta dei consumi, che avevano segnato un rallentamento alla fine dell’estate: la previsione è di moderata riaccelerazione in parte grazie alla ripresa del comparto auto, dopo lo sciopero dei lavoratori di GM. Il CPI di novembre dovrebbe confermare il trend moderato di variazioni dello 0,2% m/m per l’indice core.

 


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