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Monitor dei Distretti – Agro-Alimentare

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a cura di Lavinia Stoppani


Executive Summary

Le esportazioni dei distretti agro-alimentari

Il primo trimestre del 2018 vede le esportazioni dei distretti agro-alimentari ancora in crescita (+2,7% tendenziale), seppure a un ritmo più moderato rispetto a quello della seconda metà del 2017, in linea con l’andamento delle esportazioni italiane. Le vendite all’estero hanno comunque superato i 4,5 miliardi di euro, livello record per il trimestre invernale. Al netto delle esportazioni agricole, in calo del 5,5%, le esportazioni dei distretti della trasformazione risultano in crescita del 4,9%.
Il contributo maggiore alla crescita dell’export dei distretti agro-alimentari (+58 milioni di euro esportati rispetto ai primi tre mesi del 2017) è venuto dalla filiera delle conserve, che cresce del 14,4% grazie principalmente all’apporto del distretto delle Conserve di Nocera (+23,2%) in recupero rispetto all’importante calo con cui si era aperto il 2017. A seguire, con vendite all’estero in aumento del 5,3% tendenziale nei primi tre mesi del 2018 (55 milioni di euro in più rispetto al primo trimestre del 2017), la filiera vitivinicola, con l’ottima performance del distretto dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato (+13,4% tendenziale). Dopo gli ottimi risultati del 2017, anche le esportazioni della filiera delle paste e dei dolci continuano a crescere nei primi tre mesi del 2018 (+3%, per un totale di 25 milioni di euro in più rispetto al 2017), complice ancora l’apporto del distretto dei Dolci di Alba e Cuneo (+3,1% tendenziale, dopo il +26% del 2017); all’interno della filiera si è poi messo in luce l’ottimo risultato del distretto della Pasta di Fara, cresciuto a doppia cifra nel periodo (+13,9%). Particolarmente brillanti sono stati, in apertura d’anno, i risultati dei due distretti (Riso di Pavia e Riso di Vercelli) della filiera del riso, quarta per contributo alla crescita delle esportazioni dei distretti agro-alimentari (14 milioni di euro in più rispetto al primo trimestre del 2017), ma prima per variazione tendenziale (+14,8%). In ripresa, dopo un 2017 stagnante, la filiera dell’olio d’oliva (+5,2% tendenziale, per 11,6 milioni di euro in più rispetto al primo trimestre 2017), che si giova quest’anno del migliore raccolto del 2017, rispetto alla difficile annata 2016. Spicca in positivo la performance del distretto dell’Olio umbro, con esportazioni in crescita del 24,1%. Dopo un 2017 particolarmente positivo crescono ancora anche le vendite all’estero della filiera delle carni e dei salumi (+2,2%); si segnala la progressiva stabilizzazione su nuovi livelli, più bassi, di export per il distretto dei Salumi di Reggio Emilia.
L’unico apporto negativo alla performance della trasformazione alimentare è dato dalla filiera lattiero-casearia, in moderata flessione (-1%) rispetto al primo trimestre del 2017, a causa dei cali nei distretti del Lattiero-caseario lombardo e di Reggio Emilia, non compensati dall’ottimo risultato della Mozzarella di bufala campana (+19,4% tendenziale).
Il trimestre invernale è stato infine particolarmente negativo per le esportazioni della filiera agricola (-5,5%, 52 milioni di euro in meno rispetto al primo trimestre 2017), colpita dalle gelate di febbraio, che hanno ridotto in modo importante i raccolti delle ortive e di piante e fiori ornamentali, danneggiando in particolare i distretti centro-meridionali e i distretti florovivaistici.
L’analisi dell’orientamento geografico delle esportazioni dei distretti agro-alimentari italiani mostra ancora variazioni positive in Germania (+6% tendenziale, che ha permesso ai distretti agro-alimentari di raggiungere un livello record per il trimestre invernale negli ultimi 10 anni) e in generale verso tutte le principali mete europee e del Nord America. Si registrano invece cali in Nord Africa e nel Medio Oriente (-7,7%), più moderati nell’Asia Orientale (-2,7%), destinazione di oltre il 5% delle nostre esportazioni, dove i buoni risultati ottenuti in Corea del sud, a Singapore e in Malesia non sono stati sufficienti a compensare i cali in Giappone (primo mercato di sbocco nell’area), Vietnam e Thailandia e la stagnazione dell’export verso la Cina, secondo mercato di sbocco nell’area.

 


Indice dei contenuti

1 L’evoluzione per filiera (p. 3 )
2 L’evoluzione per paese di destinazione (p. 13 )

 


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