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Weekly Economic Monitor

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16 novembre 2018


Il punto

Brexit: UE e Regno Unito hanno raggiunto un accordo sul trattato di recesso che limita i danni economici della Brexit, prevedendo un periodo transitorio durante il quale non vi saranno effetti sostanziali e, poi, il mantenimento a tempo indeterminato del Regno Unito in una unione doganale con l’UE. Il Regno Unito, però, diventerà rule taker già dal 29 marzo 2019, senza grande potere negoziale riguardo all’assetto dei rapporti a regime.
Un esito comunque accettabile, se non fosse che il Governo britannico non sembra avere i numeri per ratificarlo in Parlamento.
In caso di bocciatura poco prima di Natale, l’unica possibilità per disinnescare il rischio di caos nei flussi commerciali con il continente sarebbe un’estensione della fase negoziale, più probabile in caso di nuove elezioni o di un voto popolare che rimetta in discussione il senso dell’intero processo.

 

I market mover della settimana

Nella zona euro, il focus sarà sul PMI composito atteso in modesto recupero nella media area euro a 53,4 da 53,1, livello coerente con una crescita del PIL euro zona appena al di sopra del potenziale a fine 2018.
Ci aspettiamo un aumento della fiducia presso le imprese in Francia a 105 da 104.
La seconda stima dovrebbe confermare il calo del PIL tedesco di 0,2% t/t nei mesi estivi, dovrebbe trattarsi di un fenomeno temporaneo legato all’andamento di produzione e vendite di auto.
I verbali della riunione BCE dovrebbero confermare il maggior grado di fiducia del Consiglio in un ritorno dell’inflazione al target.
La Commissione Europea emetterà il parere definitivo sui Budget 2019 dei paesi membri: Bruxelles dovrebbe confermare che la manovra italiana configura uno scostamento significativo dalle regole del Patto di Stabilità e Crescita.
La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti, anche per la presenza della festività di Thanksgiving.
Le informazioni relative all’edilizia residenziale dovrebbero essere positive, con vendite di case esistenti e nuovi cantieri residenziali in rialzo, dopo le flessioni di settembre dovute anche all’impatto dell’uragano Florence; i trend sottostanti restano comunque deboli nel settore.
Gli ordini di beni durevoli a ottobre dovrebbero correggere dopo l’ampio aumento di settembre e mantenersi su un trend appena positivo.

 


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