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La bussola dell’economia italiana

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a cura di Elisa Coletti, Paolo Mameli e Fulvia Risso


ABSTRACT

L’evoluzione dello scenario congiunturale

Il PIL italiano non è cresciuto nel 3° trimestre: non accadeva dal 2014. A differenza che nella prima metà dell’anno, i servizi e la domanda domestica non sono riusciti a più che compensare l’attesa debolezza dell’industria e del commercio estero. La crescita nel 2018 non andrà oltre l’1%, e le indagini segnalano significativi rischi al ribasso sulla nostra previsione di 0,9% per l’anno prossimo (già da mesi inferiore al consenso).
Il processo sanzionatorio potrebbe richiedere diversi mesi (almeno 6, se la deadline non fosse ridotta a 3 per caratteristiche di urgenza) prima di essere applicato.
Inoltre tutti gli step prevedono una dialettica intensa tra le parti: la Commissione, che di fatto formula le raccomandazioni, il Consiglio, che prende le decisioni effettive, e lo Stato coinvolto che è tenuto a rispondere.
Tale dialettica, seppur definita dentro binari normativi piuttosto precisi, lascia spazio ad ampi margini di incertezza in termini di tempistica, sanzioni ed esito delle trattative stesse.
Un ruolo centrale in prospettiva sarà svolto anche dai mercati e dal giudizio implicito che essi daranno della sostenibilità del debito pubblico in presenza di un aumento del deficit.
L’eventuale volontà del Governo di modificare almeno parzialmente l’impianto della legge di bilancio e l’andamento della crescita economica nei prossimi trimestri rappresentano i fattori chiave nella definizione dello scenario dell’Italia per il 2019.
La produzione industriale è calata lievemente a settembre, di -0,2% m/m dopo il balzo di +1,7% m/m registrato ad agosto.
In sintesi, il calo di settembre non è particolarmente sorprendente, e non cambia di molto le prospettive macroeconomiche, a nostro avviso, anche perché i dati dei mesi estivi sono sempre assai volatili su base congiunturale.
A settembre, il fatturato industriale è rimasto fermo (dopo essere salito di 1,2% m/m ad agosto) e gli ordini all’industria sono calati di -2,9% m/m (dopo il +4,9% precedente).
In decisa frenata il mercato estero.
La fiducia delle imprese manifatturiere è scesa da 104,9 a 104,4 a novembre, raggiungendo un minimo da quasi due anni.
A novembre, la fiducia delle imprese dei servizi secondo l’indagine Istat è calata più che negli altri comparti, da 103,6 a 101,8, un minimo da quasi due anni.
In sintesi, sulla base delle indagini, anche nel 4° trimestre, come già accaduto nei mesi estivi, i servizi potrebbero aver dato un contributo sostanzialmente nullo alla crescita.
La produzione nelle costruzioni è tornata a crescere su base congiunturale a settembre (+1,3% m/m), dopo la flessione registrata nei due mesi precedenti.
A novembre, la fiducia delle imprese nelle costruzioni è tornata a calare, a 132,5, dopo essere salita a 138,9 (in controtendenza con gli altri settori) a ottobre.
Le vendite al dettaglio in valore sono tornate a calare a settembre, di -0,8% m/m dopo l’incremento di +0,6% m/m di agosto (è il calo congiunturale più marcato da quasi un anno).
La fiducia dei consumatori è scesa più del previsto a novembre, dopo essere aumentata nei due mesi precedenti.
La disoccupazione è tornata a salire a settembre, a 10,1% dopo essere calata nei due mesi precedenti, fino al 9,8% ad agosto. Nel mese si è registrato un calo sia degli occupati che degli inattivi. La creazione di posti di lavoro è tornata ad essere limitata ai contratti temporanei (+27 mila unità rispetto al mese prima, +368 mila rispetto a un anno prima), mentre si registra un calo sia congiunturale che tendenziale per i dipendenti permanenti (-77 mila m/m, -184 mila a/a).
Appare troppo presto per collegare il recente andamento del mercato del lavoro agli effetti del cosiddetto “decreto dignità”.
I dati di settembre sul commercio estero hanno evidenziato un calo dell’export (-2,1% m/m) a fronte di una sostanziale stabilità dell’import (-0,3% m/m).
I dati di ottobre sul commercio coi Paesi extra-UE hanno viceversa evidenziato una ripresa dell’export (+5,3% m/m) a fronte di una sostanziale stabilità dell’import (-0,1% m/m).
L’inflazione ha sorpreso verso il basso per il secondo mese consecutivo, a ottobre.
L’indice nazionale è salito a 1,6% a/a da 1,4% di settembre (rivisto al ribasso), con prezzi stabili nel mese.

 

Tendenze del settore bancario italiano

Continua la sostanziale invarianza del tasso medio complessivo sullo stock dei depositi, che da un anno e mezzo si attesta sul livello di 0,39%-0,40%.
Diversamente, dopo tre mesi di stabilità, a settembre il tasso sullo stock di obbligazioni ha ricominciato a ridursi e le anticipazioni ABI delineano un calo anche per ottobre.
Pertanto, il costo complessivo della raccolta da clientela risulta in lieve riduzione.
Per quanto riguarda i tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie e quelli sulle erogazioni di mutui alle famiglie, a settembre si è osservato un riaggiustamento verso il basso. Tuttavia, le anticipazioni ABI per ottobre delineano rialzi generalizzati.
A settembre i prestiti alle società non finanziarie hanno proseguito nel trend di crescita moderata, con un rimbalzo a +1,9% a/a. Va osservato che finalmente anche i prestiti al netto delle sofferenze hanno smesso di ridursi, dopo oltre sei anni in calo.
L’evoluzione resta differenziata per settori, col proseguimento della crescita dei prestiti all’industria manifatturiera e al commercio, mentre si è attenuata la caduta del credito alle costruzioni.
E’ continuata la dinamica robusta dei prestiti alle famiglie, al ritmo del 2,8%. In particolare, settembre ha confermato la crescita dei volumi relativi a nuovi contratti di mutuo, in positivo per il terzo mese consecutivo, e la ripresa delle erogazioni a tasso fisso. Nel complesso, la crescita dei prestiti al settore privato è salita a +2,9% a/a, dal 2,6% di agosto.
Le stime ABI danno un ritmo analogo per ottobre, prossimo al 3%, che però incorpora un leggero rallentamento della componente relativa al totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie, che tornerebbe all’1,9% a/a.
Dopo aver rallentato leggermente nel 3° trimestre, all’8% di settembre, la crescita dei conti correnti ha frenato più decisamente a ottobre.
L’andamento è stato determinato da un consistente deflusso mensile, originato dai conti correnti delle società non-finanziarie, il cui tasso di crescita si è dimezzato a 5,5% a/a.
In parallelo, è proseguito il calo dei depositi con durata prestabilita.
La dinamica del totale dei depositi si è mantenuta nell’intorno del 4,5% lungo tutto il 3° trimestre, ma è vista in rallentamento a +3,5% a ottobre secondo le stime ABI.
Al contempo, il calo delle obbligazioni, benché sempre a due cifre, ha continuato a rallentare.
Nel complesso, la raccolta da clientela a settembre ha visto un leggero miglioramento del tasso di variazione a +0,8% a/a, ma per ottobre è stimata dall’ABI di nuovo al +0,3% già segnato a luglio e agosto.
Incluso il rifinanziamento BCE, a settembre la raccolta bancaria totale è risultata in crescita dell’1,3% a/a, dopo due mesi di stabilità anno su anno.

 


Indice dei contenuti

• Il ciclo è in una fase di sostanziale stagnazione, che potrebbe estendersi almeno sino a inizio 2019 (p. 2 )
• Focus: genesi e iter della procedura d’infrazione per deficit eccessivo (p. 4 )
• Sintesi della previsione macroeconomica (p. 15 )
• Corregge meno del previsto la produzione industriale a settembre (p. 16 )
• Industria: ancora segnali di rallentamento, soprattutto da ordini e fiducia (p. 17 )
• Anche i servizi hanno smesso di crescere (p. 18 )
Resta contrastata la ripresa nelle costruzioni (p. 19 )
• Cominciano ad arrivare segnali negativi anche dal lato dei consumi (p. 20 )
• La disoccupazione torna sopra il 10% a settembre (p. 21 )
• Il commercio estero resta un freno alla crescita (p. 22 )
• L’inflazione sale meno del previsto a ottobre (p. 23 )
• I tassi sui nuovi prestiti arretrano a settembre, ma risalgono il mese dopo (p. 24 )
• Aumentano i nuovi contratti di mutuo e le erogazioni a tasso fisso (p. 28 )
• Frena la dinamica dei conti correnti (p. 31 )

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Novembre 2018