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FOMC: addio guidance, ora si naviga a vista!

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a cura di Giovanna Mossetti


ABSTRACT

La riunione del FOMC del 18-19 dicembre dovrebbe attuare il quarto rialzo dei tassi del 2018.
L’intervallo obiettivo del tasso dei fed funds dovrebbe essere aumentato di 25pb, a 2,25% – 2,5%, mentre il tasso sulle riserve in eccesso dovrebbe essere alzato di 20pb, a 2,40%, mirando a contenere il tasso effettivo dei fed funds all’interno dell’intervallo obiettivo. La nostra previsione è di due ulteriori rialzi nel 2019. La mossa successiva, dal 2020, sarà probabilmente verso il basso.
I tassi a fine 2018 dovrebbero essere quindi a ridosso del limite inferiore della neutralità, stimata dal FOMC in un intervallo compreso fra 2,5% e 3,5%, in una nuova fase per la politica monetaria: la rotta è molto più incerta e la Banca centrale navigherà a vista. Per questo, le novità della riunione di dicembre non verranno dal rialzo dei tassi, scontato con circa il 74% di probabilità, ma dalla comunicazione, che dovrà adeguarsi alla volontà del Comitato di abolire la guidance e di determinare da ora in poi i tassi in risposta all’evoluzione dei dati.
Questa svolta potrà comportare modifiche rilevanti su diversi fronti, in particolare al testo del comunicato e all’interpretazione (o abolizione?) delle proiezioni dei tassi e del grafico a punti. Il ridimensionamento della comunicazione “scritta” sarà in parte controbilanciata dall’aumento della frequenza delle conferenze stampa, che dal 2019 saliranno a otto da quattro all’anno.
In conclusione, il FOMC dovrà fare un potente sforzo di comunicazione per ridurre al minimo e/o eliminare la guidance e le indicazioni sui tassi, pur mantenendo un messaggio coerente, per ora, con ulteriori rialzi. Infatti, il Comitato cambia la comunicazione ma per ora non modifica la valutazione dell’economia, al limite del pieno impiego e soggetta a rischi sia verso l’alto sia verso il basso. I verbali daranno poi maggiori indicazioni sul processo di analisi degli strumenti della politica monetaria, che durerà sei mesi e porterà alla scelta definitiva di un regime di riserve e di operatività dei tassi, con implicazioni sul sentiero del bilancio e sulla scelta dei tassi di policy.

 


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