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12 ottobre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il Parlamento ha approvato la Nota di Aggiornamento al DEF, con 165 voti favorevoli, 107 contrari e 5 astenuti al Senato e con 331 voti favorevoli e 191 contrari alla Camera.
Oltre alle misure già annunciate, la risoluzione approvata dalla maggioranza chiede al Governo di attuare «misure di riduzione del cuneo fiscale correlata all’offerta di rapporti di lavoro stabili con i giovani più meritevoli», una cabina di regia sulla revisione della spesa al Mef in coordinamento con la Presidenza del Consiglio, oltre alla cabina di regia sugli investimenti appena inaugurata a Palazzo Chigi; azioni di contrasto al calo demografico; un graduale azzeramento del fondo per l’editoria, il potenziamento degli investimenti pubblici e privati in intelligenza artificiale e tecnologie, la riduzione delle spese militari, l’accelerazione nel percorso di autonomia delle Regioni ex art. 116 della Costituzione, misure per la disabilità, l’implementazione della Banca per gli investimentianche prevedendo un coinvolgimento di Banca d’Italia e Cassa depositi e prestiti») e la promozione di iniziative a livello europeo per correggere l’unione bancaria.
Il Consiglio di Ministri dovrebbe approvare lunedì prossimo la legge di bilancio e il decreto fiscale.

GERMANIA – La stima finale dai Länder conferma che a settembre i prezzi al consumo sono risaliti di 0,4% m/m da 0,1% m/m dell’indice nazionale e da zero di quello armonizzato. L’inflazione, quindi, è confermata in accelerazione di tre decimi al 2,3% da 2,0% sull’indice nazionale e al 2,2% da 1,9% su quello armonizzato.

STATI UNITI – Il CPI a settembre sorprende di nuovo con una variazione di -0,1% m/m, mentre su base annua l’inflazione headline scende da 2,7% a 2,3% e quella core rimane stabile a 2,2%. L’energia registra un calo di -0,5% m/m (benzina -0,2% m/m), mentre i prezzi degli alimentari sono invariati. I beni core hanno prezzi in calo di -0,3% m/m, come ad agosto, frenati dalle auto e dai medicinali, mentre l’abbigliamento rimbalza (+0,9% m/m) dopo tre contrazioni consecutive. I servizi ex-energia registrano una variazione di 0,2% m/m, con aumenti per l’abitazione e i servizi medici (0,2% m/m) e di 0,5% m/m per i trasporti (soprattutto tariffe aeree).

STATI UNITI – I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 6 ottobre aumentano a 214 mila, da 207 mila della settimana precedente, restando su livelli coerenti con ulteriore calo del tasso di disoccupazione.

CINA – Il calo degli ordini sia esteri sia interni continua a prefigurare un rallentamento del commercio estero nei prossimi mesi, sebbene le esportazioni siano salite del 14,5% a/a in settembre (in accelerazione rispetto al 9,1% a/a in agosto) a dispetto delle sanzioni e della contrazione degli ordini esteri segnalata dagli indici PMI, verosimilmente aiutate dal deprezzamento del renminbi rispetto al dollaro (6,5% tra metà giugno e metà settembre).
Le importazioni, anche se salite del 14,3%, in rallentamento rispetto al 19,9% a/a in agosto, frenate in parte da un effetto base sfavorevole e in parte dalla correzione dei prezzi delle materie prime (l’indice CRB è sceso del 9,2% tra metà giugno e metà settembre).
In termini trimestrali la crescita delle esportazioni è stata dell’11,7% nel 3° trimestre, poco al di sopra del 2° (11,5%), mentre quella delle importazioni è stata molto più elevata 20,1%, ma in marginale rallentamento rispetto al 2° trimestre.
Le esportazioni verso gli USA sono accelerate a 12,9% a/a (da 11,3% nel 2° trimestre), una dinamica simile ma più sostenuta hanno registrato le esportazioni verso l’Area Euro e il Giappone, mentre sono decelerate le esportazioni verso l’area ASEAN.
Sono marginalmente rallentate le importazioni dall’Area Euro e dal Giappone, mentre il rallentamento più marcato si è registrato verso gli Stati Uniti (+4% a/a nel 3° trimestre da 13,6% nel 2°).

 

COMMENTI:

BCE – I verbali della riunione di settembre confermano la volontà del Consiglio BCE di dare avvio ad un prudente ciclo di rialzi del tasso di interesse.

  • > I verbali della riunione BCE confermano la valutazione positiva dello scenario macroeconomico e una maggiore fiducia in un ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo, considerando che “le pressioni sui costi interni si stavano rafforzando e ampliando, sostenute dall’espansione economica in corso, dagli elevati livelli di utilizzo della capacità produttiva e aumento delle tensioni sul mercato del lavoro e la conseguente accelerazione dei salari“. Tuttavia, il Consiglio ha convenuto di mantenere una valutazione bilanciata dal momento che la domanda interna e l’andamento del ciclo dell’eurozona potessero attenuare i rischi derivanti dall’esterno, data la crescente incertezza sul quadro internazionale e l’aumento della volatilità sui mercati. Si è discusso infatti se l’effetto di spinta sui prezzi derivanti dalle misure protezionistiche potesse essere controbilanciato dall’effetto deflazionistico di un calo di domanda generato dall’aumento dell’incertezza.
  • > Per quanto riguarda l’orientamento della politica monetaria, i membri hanno ampiamente condiviso l’idea che fosse ancora necessario uno stimolo significativo per sostenere sui prezzi interni e il ritorno dell’inflazione al target del 2%. Mentre i dati e le informazioni disponibili dall’inizio di giugno hanno confermato la decisione di ridimensionare ulteriormente gli acquisti dei titoli sovrani entro la fine dell’anno, i membri concordavano che tutti gli altri elementi relativi ai tassi di interesse e alla politica di reinvestimento dovessero essere riaffermati.
  • > I verbali confermano che il Consiglio proseguirà con il processo di normalizzazione della politica monetaria e tenterà di archiviare i tassi negativi entro la fine del 2019. Il Consiglio ritiene appropriato mantenere un approccio prudente alla normalizzazione della politica monetaria: la BCE è incline a mantenere una formulazione della guidance che lega il sentiero dei tassi alla dinamica inflazionistica, piuttosto che fornire indicazioni puntuali sul livello dei tassi stessi. Per quanto riguarda i riacquisti è possibile che emergano qualche novità sui criteri di implementazione alla prossima riunione del 25 ottobre.
  • > I verbali suggeriscono che il Consiglio abbia in parte discusso la situazione italiana, ma alla riunione di settembre i membri non erano particolarmente preoccupati perché generalmente concordi sulla necessità di richiamare i governi ad una maggiore disciplina fiscale in questa fase ciclica positiva, così da costruire dei buffer per il futuro.

 

 

Altra giornata negativa per i listini azionari, ma stavolta l’indice del dollaro ha ceduto lo 0,6% dopo la diffusione del dato di inflazione americana di settembre, che ha sorpreso di nuovo verso il basso: in previsione, l’andamento del dollaro dovrebbe frenare la dinamica dei prezzi all’import, mentre il trend verso l’alto del prezzo del petrolio potrebbe al contrario contribuire positivamente.

Sebbene i dati non modifichino il sentiero della politica monetaria, l’euro ieri ha recuperato sul dollaro in una sola seduta (+0,7%) tutto il terreno perso ad ottobre e scambia ora a 1,1594.

La sterlina continua a riflettere un certo ottimismo sull’esito di Brexit, risalendo di un altro 0,3% contro USD, mentre contro euro ha visto un calo di 0,2% e scambia ora a 0,8756. Tuttavia, bisogna avvertire che, anche se un accordo sarà raggiunto, rimane il rischio della bocciatura da parte del Parlamento inglese.

Lo yen non ha registrato variazioni notevoli dopo il dato di inflazione americana, rimanendo in area 112,46 nonostante il secondo giorno di decisi ribassi azionari.

 

MARKET MOVERs:

Nell’Area Euro, la produzione industriale è attesa in recupero rispetto al mese precedente grazie ai forti aumenti registrati in Italia, Portogallo e Irlanda che potrebbero aver compensato il calo di output in Germania.

Negli Stati Uniti verrà diffuso l’andamento dei prezzi all’import di settembre e la fiducia dei consumatori di ottobre rilevata dall’University of Michigan.