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11 ottobre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione industriale è rimbalzata ad agosto di +1,7% m/m dopo il -1,6% m/m di luglio. L’aumento su base congiunturale riguarda in primo luogo i beni strumentali (+3,6% da -2% m/m precedente) e i beni di consumo durevoli (+5,8% da -4,7% m/m).
Beni di consumo non durevoli e beni intermedi risultano invece poco variati.
Anche l’energia ha contribuito, con un +2,8% m/m.
La produzione manifatturiera al netto di energia e attività estrattive è salita poco meno dell’indice generale (+1,5% m/m).
La tendenza annua è rimasta in territorio negativo per il secondo mese (-0,8% da un precedente -1,3%). È il primo bimestre di calo dopo due anni di espansione ininterrotta (la più lunga da oltre 10 anni). L’andamento per settore è misto: sulla variazione pesa il vistoso calo del comparto farmaceutico (-9,8% m/m, -18,9% a/a), come pure sono in netto calo su base annua gomma e plastica (-7,7% a/a) e legno, carta e stampa (-7,1% a/a). Viceversa, diverse industrie mantengono un discreto incremento tendenziale tra +3% e +6% (macchinari e attrezzature, mezzi di trasporto, chimici, computer ed elettronica, tessile, altre industrie manifatturiere).
In sintesi, il rimbalzo di agosto in pratica cancella il calo di luglio: la produzione industriale è risultata sostanzialmente invariata negli ultimi due mesi. Infatti, i dati estivi sono spesso molto volatili su base congiunturale; tuttavia, il trend resta in chiaro rallentamento, in coerenza con le indicazioni giunte dalle indagini: in ogni caso, ciò significa che il settore difficilmente contribuirà alla crescita del valore aggiunto nel trimestre.

FRANCIA – La produzione industriale è avanzata ad agosto di 0,3% m/m da 0,8% m/m di luglio. La produzione nel manifatturiero segna un +0,6% m/m da +0,5% m/mm, quarto aumento consecutivo, sostenuto dall’attività nel settore trasporti, raffinazione e l’estrattivo. La produzione di energia crolla dell’1,3% m/m da +2,1% m/m. La variazione annua migliora a 1,6% da 1,9%, lasciando l’output in rotta per un aumento di 1,4% t/t nel terzo trimestre da -0,2% t/t del secondo. Come atteso, il comparto manifatturiero sta tornando a espandersi dopo il rallentamento primaverile: in media annua l’avanzamento è di 1,8% nei primi otto mesi del 2018, due decimi in più rispetto allo stesso periodo del 2017.

STATI UNITI – Il PPI a settembre aumenta di 0,2% m/m (2,6% a/a). L’aumento è spinto dai servizi (+0,3% m/m), che compensa la correzione dei prezzi dei beni (-0,1% m/m, primo calo da maggio 2017). L’indice al netto di alimentari, energia e servizi commerciali aumenta invece di +0,4% m/m (2,9% a/a). Fra i servizi, le tariffe aeree rappresentano una delle voci più forti (+5,5% m/m). Fra i beni, la debolezza è da attribuire alla benzina (-3,5% m/m) e agli alimentari, mentre aumenti solidi si registrano per le auto usate e i prodotti farmaceutici. I prezzi al netto di energia, alimentari e consumi personali aumentano di 0,3% m/m (2,9% a/a), dando indicazioni di modeste pressioni verso l’alto sul deflatore dei consumi.

 

COMMENTI:

BCEMersch ha detto che la BCE vede ancora una solida espansione all’interno dell’area euro e che il Consiglio rimane fiducioso che il momento ciclico di fondo sia compatibile con un graduale aumento dei prezzi interni. L’andamento del mercato del lavoro e salari dovrebbe contribuire a sostenere il rialzo dei prezzi.

FEDBostic (Atlanta Fed) ha detto che a suo avviso il livello attuale dei tassi è ancora marginalmente accomodante e che le fluttuazioni dell’azionario possono essere determinate da molti fattori e non necessariamente dalla Fed. Ieri, il Presidente USA Trump ha nuovamente attribuito alla Fed l’andamento negativo della borsa americana, affermando che la banca centrale “sta impazzendo” e che la volatilità non è dovuta ai dazi con la Cina ma ai rialzi dei tassi.

ITALIA – Dopo la bocciatura delle stime di crescita della Nota di Aggiornamento al DEF da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, il Ministro Tria è intervenuto in commissione parlamentare congiunta. Gli interventi valgono 36,7 miliardi (il 2% del PIL), di cui:

12,5 mld. per il blocco dell’aumento dell’IVA,
2,3 mld. per le spese indifferibili,
21,9 mld. per misure espansive varie:

>16 per reddito di cittadinanza e anticipo pensionistico,
>3,5 per investimenti pubblici,
>600 milioni per la flat tax (destinati a salire a 1,8 mld nel 2020 e 2,3 mld nel 2021)
>1,8 mld. per incentivi a investimenti e PA (che diventano 3,2 mld nel 2020 e 4,1 nel 2021).

Le coperture valgono ben 15 miliardi per l’anno prossimo (6,9 da maggiori entrate e 8,1 da minori spese), mentre l’effetto della manovra sull’indebitamento netto è di 21,7 miliardi ovvero l’1,2% del PIL per il 2019. Tria ha ribadito che il governo si aspetta un impatto positivo sul PIL l’anno prossimo pari a 0,6%: in sintesi, il Governo ha per ora confermato l’impianto della manovra.
Le principali criticità rilevate da UPB e Banca d’Italia riguardano il fatto che:
(1) gli obiettivi non appaiono coerenti con il rispetto delle regole fiscali europee;
(2) sussistono rilevanti rischi di sforamento rispetto agli stessi obiettivi, per via di una sovrastima degli effetti espansivi della manovra, di una possibile sottostima della spesa per interessi, delle restanti clausole di salvaguardia gravanti dal 2020 e dei rischi legati alle coperture.

 

Il crollo dei mercati azionari di ieri ha visto l’indice del dollaro calare di 0,3%. Il Treasury decennale è calato di circa 10pb, attestandosi in area 3,15%.

L’euro ha recuperato lo 0,4% su USD e ritornando sopra 1,1500, scambia ora a 1,1548.

La sterlina beneficia del flusso di notizie positive sull’andamento dei negoziati per Brexit, recuperando lo 0,5% su USD e salendo fino a 1,3200, mentre EURGBP è rimasto circa invariato. Il mercato ha di fatto ignorato i dati di agosto in uscita ieri nel Regno Unito (produzione industriale in rallentamento, settore edilizio sottotono, PIL stagnante nel mese), confermando il focus solo su Brexit.

Lo yen ha invertito il percorso e ha guadagnato su USD lo 0,9%, salendo fino a 112,22, un massimo di quasi un mese.

USD spicca il volo contro il dollaro canadese, apprezzandosi dello 0,8% e ritornando a 1,3040.

Con l’euro in rafforzamento dello 0,7%, la corona svedese scambia ora a 10,52. Atteso per oggi il dato di inflazione di settembre.

 

MARKET MOVERs:

Rilevante sarà la diffusione dei verbali della BCE, relativi alla riunione di politica monetaria del 9 settembre scorso, che forniranno dettagli sulla posizione del Consiglio sul rallentamento dell’economia euro zona, sulle prospettive per la dinamica inflazionistica e sulla necessità di estendere lo stimolo di politica monetaria ben oltre la fine degli acquisti.

In Europa l’unico dato in agenda è la seconda lettura dell’inflazione francese.

Negli Stati Uniti è il turno dell’altro dato importante della settimana il CPI di settembre.