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06 dicembre 2018 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Gli ordini all’industria sono aumentati a ottobre di 0,3% m/m (-2,7% a/a), secondo mese di ripresa dopo il +0,1% di settembre.
La ripresa riflette un rimbalzo degli ordinativi esteri (+2,9% m/m), che ha più che compensato la flessione di quelli domestici (-3,2%). La crescita ha interessato i beni intermedi (+0,8%) e i beni capitali (0,4%), ma non i beni di consumo (-1,7%).
Le indagini di fiducia indicano che nei prossimi mesi l’attività manifatturiera potrebbe rallentare.

AREA EURO – La seconda stima ha rivisto al rialzo il PMI composito per effetto della revisione del PMI servizi a 53,4. Tale revisione riflette anche l’aumento dell’indice italiano e il ritocco di quello francese di un decimo.

ITALIA – L’indice PMI servizi è risalito a 50,3 a novembre, dopo essere calato in territorio restrittivo a ottobre (per la prima volta dal 2014), a 49,2.
Tuttavia, le principali componenti hanno mostrato un calo generalizzato, leggermente marginale per i nuovi affari ma più sostanzioso per il business esistente e le aspettative di business per il futuro; in aumento invece la componente occupazione.
Data però la flessione nel manifatturiero, l’indice composito resta sotto il valore-soglia, a 49,3. Il ciclo appare in una fase di sostanziale stagnazione e non si possono al momento escludere rischi recessivi.

 

COMMENTI:

BCE – Secondo fonti Reuters, la BCE starebbe valutando l’introduzione di aste a lungo termine a tassi variabili per gestire la transizione da un regime d’asta ad assegnazione piena su scadenze pluriennali, con l’intenzione di limitare l’innalzamento del costo della raccolta per le banche della periferia, con conseguenze indesiderate sulla dinamica del credito. Le condizioni d’asta sarebbero meno agevolate rispetto alle ultime TLTRO II: sembrerebbe che la BCE potrebbe decidere di alzare soltanto il tasso sui depositi all’inizio del ciclo di rialzi.
Secondo alcune fonti, la BCE non avrebbe l’intenzione di fare annunci ufficiali sulle aste e/o sui tassi di policy a dicembre, ma solo più avanti nella prima parte del 2019.
La prossima settimana, invece, il Consiglio dovrebbe concentrarsi sulla politica di reinvestimento: secondo il presidente della Bank of Lithuania, Vasiliauskas, la BCE deve continuare con la normalizzazione della politica monetaria nei prossimi mesi.

STATI UNITI – Il Beige Book della FED riporta che l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo fra modesto e moderato nella maggior parte dei distretti fra metà ottobre e fine novembre, anche se in due aree (Dallas e Philadelphia, in parte per motivi legati al calo del prezzo del petrolio) si segnala rallentamento della crescita. Il Beige Book fornisce quindi un quadro dell’economia in linea con quello dei dati: la crescita prosegue, e le risorse inutilizzate diminuiscono, frenando l’espansione in alcuni settori, pur con pressioni modeste su prezzi e salari.
Le opinioni delle imprese confermano una situazione di eccesso di domanda.
I consumi restano in crescita e nel manifatturiero l’espansione prosegue, pur con elevata preoccupazione per i dazi.
Nelle costruzioni, il comparto residenziale resta debole. Nel complesso, le imprese sono ottimiste sulle prospettive economiche, ma riportano aumento dei timori oltre ai dazi, anche sul rialzo dei tassi e alla scarsità di manodopera. Il mercato del lavoro è infatti sempre più sotto pressione e la difficoltà a reperire e/o trattenere lavoratori qualificati viene citata come causa di vincoli alla produzione.
La scarsità di manodopera determina un freno alla crescita dell’occupazione e rialzi moderati dei salari e di altri benefit.
Sul fronte dei prezzi, la crescita resta moderata anche se si segnala un aumento dei costi superiore a quello dei prezzi in alcuni settori, in parte anche attribuibile ai nuovi dazi.
L’indice del dollaro è rimasto stabile ieri.

L’euro ha ceduto al margine (-0,1%) contro dollaro in una giornata di scarsa volatilità.

La sterlina ha perso lo 0,3% contro USD ma rispetto ai livelli di apertura di ieri è stabile a 1,2707. Contro euro, specularmente, dopo un tentativo di risalita è tornata a scambiare in area 0,8910.

Lo yen dopo un affondo fino a 112,58 contro dollaro è ritornato stamattina sulla linea di 113,00. È il secondo movimento di test in meno di una settimana, mentre la prossima si avrà la diffusione dell’indice Tankan che potrebbe movimentare un po’ l’agenda giapponese.

Infine il CAD ha ceduto oltre l’1% contro USD dopo la riunione della banca centrale canadese che, nel proprio comunicato, ha mostrato un tono meno rialzista rispetto a ottobre, anche alla luce dell’andamento del prezzo del greggio.

 

MARKET MOVERs:

OPEC – Si svolgerà oggi la riunione interministeriale OPEC, allargata domani ad altri produttori non-OPEC. Ci attendiamo che sia annunciato un taglio produttivo di 1,5-1,8 milioni di barili al giorno, per la maggior parte sostenuto dall’Arabia Saudita.

Negli Stati Uniti, si attende la stima ADP dei nuovi occupati non-agricoli privati e la stima della crescita della produttività; mentre l’ISM non-manifatturiero a novembre potrebbe rallentare, risentendo di un probabile indebolimento nel settore estrattivo, conseguente al recente crollo del prezzo del petrolio, come già evidenziato dalle indagini della Dallas Fed.
Tuttavia l’indagine della Philadelphia Fed a novembre aveva invece dato indicazioni marginalmente positive. Pertanto l’ISM potrebbe confermare il proseguimento dell’espansione, ma a ritmi molto più contenuti.