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03 dicembre 2018 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda lettura del PIL nel 3° trimestre ha visto una revisione al ribasso di un decimo: l’attività economica, prima vista in stagnazione, è ora stimata essersi contratta di -0,1% t/t: è la prima flessione congiunturale dal 2° trimestre del 2014.
Anche la variazione annua è stata rivista al ribasso di un decimo, a 0,7%. Il calo congiunturale è dovuto alla diminuzione simultanea dei consumi e degli investimenti. Gli scambi con l’estero hanno dato a sorpresa un apporto lievemente positivo vista la crescita dell’export superiore a quella dell’import (+1,1% vs +0,8% t/t). Il contributo di spesa pubblica e scorte è risultato nullo.
La crescita “acquisita per il 2018 risulta ora pari a 0,9%, ovvero più bassa di un decimo rispetto a quanto stimato in precedenza.
La crescita 2018 risulterebbe inferiore all’1% anche in caso di rimbalzo congiunturale di un decimo nell’ultimo trimestre dell’anno.
Soprattutto, sono in deciso aumento i rischi al ribasso sulla nostra stima (già inferiore al consenso e ai principali previsori) di un’attività economica in crescita di 0,9% l’anno prossimo.
Il principale rischio è che l’incertezza sulle prospettive fiscali e finanziarie possa far deragliare il ciclo degli investimenti che si era faticosamente rimesso in moto negli ultimi anni.

ITALIA – La disoccupazione è salita assai più del previsto a ottobre a 10,6% (da un precedente 10,3%), anche se l’aumento è dovuto al calo degli inattivi in presenza di occupati poco variati.
Nel mese si nota anche una ripresa dei lavoratori dipendenti permanenti a fronte di un calo di quelli a termine e dei lavoratori indipendenti.
Il tasso di disoccupazione giovanile è salito per il terzo mese a 32,5%.
In pratica, l’aumento del tasso dei senza-lavoro è meno preoccupante di quanto appaia a prima vista, in quanto dovuto all’aumento del tasso di attività, e la volatilità su base mensile è elevata. Tuttavia, se dovesse proseguire la fase di sostanziale stagnazione del ciclo economico, ne deriverebbero prospettive assai meno ottimistiche anche per quanto riguarda il mercato del lavoro.

CINA – Il PMI del settore manifatturiero rilevato da Caixin Markit è marginalmente salito portandosi a 50,2 in novembre da 50,1 in ottobre. La componente degli ordini totali è salita ulteriormente a 50,9 accompagnata però da una nuova contrazione della componente degli ordini esteri, scesa a 47,7. Le componenti dei prezzi sono scese per il 4° mese consecutivo, così come le scorte mentre è nuovamente calata la componente occupazione.
Il dato punta ad una stabilizzazione della domanda interna e della produzione in novembre, che si configurano però come temporanee data la dinamica in rallentamento del credito e del mercato immobiliare.

 

COMMENTI:

In Italia, Il Corriere della Sera sostiene oggi che il Governo starebbe valutando di abbassare l’obiettivo di deficit/PIL nel 2019 al 2,0%, livello forse sufficiente per evitare l’avvio di una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo.
Sempre secondo il quotidiano, ci sarebbe un via libera di principio da parte dei leader dei due partiti di governo, ma se “senza rinunce”. Non è la prima volta che si parla di una modifica degli obiettivi della manovra, ma finora non ne sono mai seguiti atti concreti.
Per ora, tuttavia, il Governo non ha ancora presentato in Parlamento alcuna proposta di legge né sul reddito di cittadinanza, né sul pensionamento anticipato.
Un problema serio sarà capire di quanto la manovra dovrà essere ridotta: in effetti, la Commissione Europea ha stimato che il deficit 2019 non sarà del 2,4%, ma del 2,9%, il che implicherebbe una riduzione di circa 14 miliardi, invece dei 7 mld che sarebbero richiesti se la stima di 2,4% del Governo fosse corretta.

G20 – L’incontro fra Donald Trump e Xi Jinping ai margini del summit ha dato qualche frutto, determinando una tregua temporanea mentre si riaprono i negoziati sul commercio internazionale: gli Stati Uniti congelerebbero così i dazi al 10% e (per ora) si impegnano a non alzarli al 25% a inizio 2019; la Cina dovrebbe offrire in cambio impegni ad ampi acquisti di beni prodotti in USA e di materie prime agricole.
Gli USA richiedono anche protezione della proprietà intellettuale e difesa della tecnologia, riduzione delle barriere all’ingresso per le imprese americane. Inoltre, secondo Trump, la Cina avrebbe concordato di ridurre e/o eliminare i dazi sulle auto importate dagli USA: a luglio la Cina aveva ridotto i dazi sulle auto importate da tutti i Paesi dal 25% al 15%, ma li aveva alzati al 40% sulle auto americane.
Al momento non è chiaro se si riusciranno a fare passi avanti sostanziali ma per ora, secondo gli USA, i due paesi si danno 90 giorni di negoziati per arrivare a una soluzione condivisa, con l’avvio di incontri da metà dicembre. L’incertezza resta molto elevata sull’esito delle contrattazioni.

Sempre in Italia, il mese di novembre potrebbe aver rappresentato un punto di massimo per l’inflazione, salita a 1,7% sull’indice nazionale e stabile sull’armonizzato. Nel mese i listini sono lievemente scesi, soprattutto sulle spese per i servizi ricettivi e di ristorazione, mentre le principali pressioni al rialzo sono venute dagli alimentari, in relazione con tutta probabilità alle condizioni meteorologiche avverse che hanno caratterizzato il mese e in linea con la stagionalità di novembre. Già a partire da dicembre potrebbe quindi prendere avvio un trend di calo dell’inflazione

 

Sulla base dei dati finora disponibili, l’indice del dollaro dopo aver ceduto marginalmente nella giornata di venerdì, in apertura stamattina in Asia è poco mosso

L’euro, al netto dei movimenti oscillatori di venerdì che non ne hanno spostato il livello, apre stamattina stabile sul dollaro a 1,1361

La sterlina sarà la vera protagonista, ma per ora GBP/USD e EUR/GBP hanno aperto le contrattazioni su livelli prossimi a quelli di venerdì. Questa è infatti la settimana del dibattito parlamentare sull’accordo di recesso fra Regno Unito ed Unione Europea, che si concluderà l’11 dicembre con il voto finale. Gli ostacoli per il governo iniziano subito, con una possibile richiesta di divulgare l’intero parere legale richiesto dall’esecutivo.

Lo yen si è riportato sul livello già visto la settimana scorsa di 113,52 mantenendo profili di volatilità bassissimi.

 

MARKET MOVERs:

Nell’AREA EURO, la seconda stima potrebbe confermare il PMI manifatturiero ancora in calo da un precedente 51,2. Si tratterebbe di un minimo da febbraio 2016, in quanto le condizioni sono peggiorate sia in Germania (-0,6 punti) che in Francia (-0,5 punti).

Oltre che le proposte di legge di bilancio 2019 degli Stati Membri, l’EUROGRUPPO di oggi dovrà discutere anche le proposte di completamento dell’unione economica e monetaria, a cominciare dalla possibile riforma dell’ESM e dall’assicurazione dei depositi.

Negli Stati Uniti, l’ISM manifatturiero a novembre è previsto in marginale aumento da 57,7 di ottobre: l’indagine aveva già registrato correzioni diffuse a tutte le componenti, che comunque si sono mantenute su livelli ampiamente espansivi.

Sempre dagli USA, la spesa in costruzioni di ottobre potrebbe essere in rialzo, alla luce dei dati dei cantieri residenziali e delle costruzioni in essere, laddove tuttavia l’edilizia residenziale resterebbe comunque su un trend in calo, sulla sica dei rialzi dei tassi sui mutui.